giovedì 28 febbraio 2013

QUASI QUASI

ed era inverno, prima, poco fa, inverno e freddo e buio presto, fino a poco fa. e ora invece son quasi le 6 e il cielo è ancora chiaro. già.
e va bene così, il mondo, sì, il mondo sì che va bene così.

lunedì 25 febbraio 2013

(CARTOLINA DAL QUI)


qui si sente l'inverno finire, anche se stamattina ancora nevicava. nei vasi i bulbi piantati casualmente a fine autunno sono ormai germogliati. i fiori sono ancora nascosti, lì che aspettano nelle potenzialità, in attesa di una primavera che verrà.

il K

domenica 24 febbraio 2013

LA VERSIONE K DELL'AMORE

(a grande richiesta del banale)

l'amore è come babbo natale. o san valentino. o dio.
esiste solo se ci credi.

METEOK

(della domenica che fuori dai vetri il cielo scivola lento a terra, fluttuando in minuscoli pezzi bianchi)

venerdì 22 febbraio 2013

A VOLTE RITORNANO, POI

tocca uccidere il vitello grasso, qua, kovalski. che bisogna festeggiare. e in grande. il ritorno del divano prodigo.

(che poi, esattamente, uno cosa cazzo se ne fa del cadavere del vitello grasso, poi?)

martedì 19 febbraio 2013

DI QUELLO CHE DAVVERO E' IMPORTANTE

entri in casa, la sera, e ti accolgono il silenzio. e il buio. e ti sembra tutto così solitario, così desolato. senza la propria ragion d’essere. così, la casa è senza la propria ragion d’essere. sarà che è appena successo, ti dici. sarà che ti devi abituare, ti dici. sarà che poi migliora, ti dici. ma così la casa è vuota. senza un senso. senza il proprio centro. senza quella presenza che dà valore e significato a tutto il resto. dove prima c’era il fulcro di tutto, ora si staglia il vuoto. il nulla. il nihil. il nada.  
è dura da reggere. davvero dura. una casa senza divano, è davvero dura.

domenica 17 febbraio 2013

...& NIGHT

inverno e freddo e neve per terra dappertutto e che fra croc sotto le suole degli anfibi ad ogni singolo passo che spezza la crosta ghiacciata e affonda di qualche centimetro ad ogni passo mentre cammini lungo la sterrata, e quando alzi lo sguardo una stellata immane da orizzonte nero a nero orizzonte su ogni lato del cielo e orione enorme e bellissimo al centro del cielo da milioni d'anni nel medesimo punto dell'universo, e la linea di alnitak alnilam e mintaka a tagliarne il centro, e la luna è una finissima C presa da una qualsiasi bandiera musulmana, che biancheggia sottile nell'assoluto nero, appoggiata lì a segnare un qualche promemoria tra le stelle.
e tu, quaggiù.

DAY...

allunghi la conta dei chilometri che scorrono sul tuo cruscotto. tanto vale che l'allunghi, già che sei qui. provi a ricordare strade in mezzo ai campi e ai paesi. riesci a ricordare strade in mezzo ai campi e ai paesi. 
e che strana sensazione è. dopo tredici anni. tredici? mmmm... quindici anni dalla prima volta che ci sei stato. tredici dall'ultima. sì, tredici. che strana sensazione è. 
attraversi con l'auto il portone. entri dentro il cortile. parcheggi nel posto di chissà chi. scendi. cammini verso l'ingresso. lo superi. guardi la porta. angolo frontale destro. identica ad allora. dopo tredici anni. sei lì. a guardare la tua prima casa. quindici anni fa. tredici anni fa.

fuori, il cielo trascolora verso il blu. e il tramonto d'inverno è una striscia di cielo rosso che spinge giù il sole verso l'orizzonte occidentale.

1502

kovalski non invecchia. kovalski si barrìca.

del 17.2





"well she's walking, through the clouds..."

jimi hendrix]

giovedì 14 febbraio 2013

DELL'OGGI


non esiste babbo natale, non esiste la befana, non esiste il coniglietto pasquale, non esiste un pasto gratis, non esiste chi è senza peccato, non esistono i fantasmi, non esiste la monogamia, non esiste superman, e nemmeno batman, non esiste il paradiso, non esiste il cimitero degli elefanti, non esiste il dopo senza il prima, non esiste esiste dio. 
…perché dovrebbe esistere san valentino?

mercoledì 13 febbraio 2013

martedì 12 febbraio 2013

(cartoline a kovalski) 'T WAS THE TIME OF MILK&LEMON

erano giorni così, quei giorni d'inizio millennio. non li ricordo nemmeno bene, quei giorni, sai, kovalski? non li ricordo bene, no, ché come fotografie lasciate alla luce per troppi anni il tempo ne ha smussato i bordi e scolorito i lineamenti. ma qualcosa resta, foss’anche solo una sensazione vaga e diffusa ancorché confusa, una sensazione più che un'esatta definizione. non li ricordo bene quei giorni d'inizio millennio, no. ascoltavo musiche casuali, questo lo ricordo, sì. ascoltavo musiche casuali e sceglievo quali portarmi dietro e quali lasciare lì. ricordo le strade infinite, e il nero dell'asfalto che si confondeva con il cielo della notte. i bordi sono confusi e i dettagli si mischiano, ma ricordo l'odore della terra respirando a pieni polmoni in fondo alle notti di primavera, bevendo caffè e cocacola e poi un altro caffè per restare sveglio per i chilometri e le notti da attraversare. ricordo le città nel cuore della notte quando arrivavo, e le vie deserte disegnate dai lampioni, ed essere il solo a camminarle a un'ora così, le vie deserte disegnate dai lampioni nel cuore della notte delle città che ero il solo a camminarle a un'ora così. erano notti così. ed erano giorni così, i giorni all'inizio del millennio, sai, kovalski? era prima di te, molto prima di te. era un nuovo millennio e anni nuovi, ed ero spiazzato e non sapevo bene come si faceva, però tentavo, però provavo, però alla fine in qualche modo riuscivo. erano giorni così, kovalski, ed erano notti così. ed è un altro decennio, ora, ed è tutto diverso. meglio così. meglio così.

e ci sono domande, kovalski. domande che è tanto tempo che voglio fare. ma è troppo tempo ormai, voglio farle e non so più a chi. a chi si fanno le domande, kovalski? tu lo sai? le domande a chi si fanno?  a chi? a me stesso? a te? ai giorni che scorrono via così? ci sono domande che è tanto tempo che voglio fare, e poi, sai cosa?, non so nemmeno se mi importano le risposte. non lo so. ché le domande sono sempre le stesse. sempre le stesse. impellenti, impellenti. e chissà. chissà da dove partono, i treni per tozeur. e chissà quando arrivano, poi, i treni a tozeur. e che tempo fa laggiù.

lunedì 11 febbraio 2013

WHITE HAPPINESS




[© unflattered girl]

WHITE MONDAY


“non smette più di nevicare”
“già. e attacca pure. mi chiedo come ci torniamo a casa, stasera.”
“già. la neve è davvero una rottura.”
“però è anche bella, dai…”
“beh, sì, è splendida. il problema è che è una rottura, la neve, per la vita pratica”
“già…”
“anzi, sai cosa? il problema è il contrario. il problema è una vita pratica che rende una rottura le cose belle...”

“e cosa vuoi farci?”
“rientrare. che tra sei secondi congelo”

giovedì 7 febbraio 2013

AWAKENINGS (o, DWELLERS ON THE THRESHOLD)

c'è uno scarto impercettibile. c'è un istante brevissimo. c’è un attimo improvviso e fluido durante il quale sei lì, tra il nulla nero o affastellato di immagini oniriche del sonno, da un lato, e la piena consapevolezza dell'essere presente a te stesso dal lato opposto. l’attimo che va dal non essere al pieno esserci.
dal sonno all'essere sveglio è passare una soglia. è un movimento impercettibile e minuscolo. e c'è il tuo scivolarci attraverso. attraverso l'attimo, attraverso la soglia. scivolarci attraverso in modo naturale ed ineludibile, come una corrente che ti porta. come l'ineluttabile. e tu ci scorri attraverso. è prima della razionalità. è tra l'istinto e il tuo inconscio. e tu, ci scivoli attraverso.
ed è esattamente in quell'attimo e mentre stai attraversando quella soglia che ti poni la domanda. tutte le volte che ti svegli, la medesima domanda. prima della razionalità, tra l'istinto e l'inconscio c'è un istante nel quale il tuo cervello formula una domanda. sempre la stessa. ad ogni risveglio, la stessa domanda. ogni. singola. volta. ad ogni. singolo. risveglio.

e ciascuno ha la propria domanda della soglia. c'è chi si sveglia ogni singolo giorno chiedendosi "chi sono?". o "che giorno è?". ciascuno ha la propria domanda. “dove mi trovo?”. o “che ore sono?". giorno dopo giorno. risveglio dopo risveglio. sempre. la stessa. domanda.
chissà quali meccanismi scattano dentro. chissà qual è il piccolo meccanicismo della macchina organica che è il corpo umano che ad ogni risveglio fa porre sempre la stessa domanda. come se la consapevolezza di sé possa attivarsi solo chiedendosi qualcosa. non con una certezza. non con un'affermazione. con un punto fisso qualunque. no. il risveglio avviene con una domanda. come se si potesse iniziare solo dubitando. ogni singolo giorno.

e tu ogni mattina attraversi la soglia del risveglio. e in quell'istante brevissimo e fluido ti domandi "cosa devo fare? posso girarmi o mi tocca alzarmi?". ogni singolo giorno. poi, arriva subito la seconda domanda. "c'è il sole là fuori?"
ora sei sveglio. ora sei consapevole di esserci. ora. solo ora lo sei. ogni singolo giorno.

lunedì 4 febbraio 2013

DETTO DA A.M.

quando un uomo esce da una stanza, si lascia alle spalle tutto quello che c'è dentro. una donna, invece, si porta appresso tutto quello che c'è avvenuto.


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sabato 2 febbraio 2013

2.2



body worlds. ché guardarti da dentro è meglio molto meglio dell'ennesimo picasso. o del solito warhol.