domenica 30 settembre 2012

TEN YEARS BEFORE

ti ho vista tra dieci anni.
stamattina, fuori dal grill, guardavi dal piazzale verso l’ingresso mentre io scendevo dall’auto. non me l'aspettavo, di trovare te. e poi, lì. eri tu. di schiena a pochi metri da me. i tuoi jeans aderenti gli stivali bassi le gambe magre il tuo culo perfetto, eri tu. forse hai cambiato taglio dall’ultima volta, questo sì, sembra diverso… sempre i tuoi capelli neri corti, certo, ma non li ricordavo scalati così sulla nuca. stai bene, davvero. 

ti ho vista tra dieci anni.
stamattina, fuori dal grill, guardavi dal piazzale verso l’ingresso mentre io ti camminavo a fianco, e tu ti stavi infilando un giubbotto di pelle, attillato come sempre i tuoi. ed è bello anche il carrè, del tuo nuovo taglio. eri tu. anche con i segni del tempo che non ti conoscevo ancora,  sul volto e attorno agli occhi, le linee nette sulla pelle. eri tu. anche mentre notavo il tricipite posteriore del braccio ormai ceduto, mentre ti infilavi il giubbotto, e neanche questo lo conoscevo ancora, di te. 

ti ho vista tra dieci anni.
stamattina, fuori dal grill, nel rumore dei tir e delle auto che scorrevano da e verso l’austria e la slovenia. nella luce pallida e piatta del sole quando il cielo è indeciso tra nuvolo e sereno. eri tu, stamattina, mentre ti guardavo. mentre ti camminavo di fianco. e oltre. stamattina.
e sei bella davvero, tra dieci anni, lo sai?

venerdì 28 settembre 2012

OPEN LEGS

interno giorno. alla macchinetta del ginseng (che come si sa oltre al caffé fa pure il ginseng, la macchinetta...) 

- ehi K, com'è la nuova responsabile della XYZ?
- mmmm.... una donna molto dolce, direi.
- davvero?! dolce?!? avevo sentito tutt'altro...
- sì, dolce. talmente dolce che scommetto che il suo ideale romantico è una gang bang.

mercoledì 26 settembre 2012

OPEN MIND

interno giorno. alla macchinetta del ginseng (che ora oltre al caffé fa pure il ginseng, la macchinetta...)

- ma io sono apertissimo ad ascoltare il contributo di tutti. loro, e tutte le loro idee del cazzo...

venerdì 21 settembre 2012

RIMINIRIMINI (amarcord)

le ultime due volte che sei stato qui era autunno inoltrato, e un vento grigio che batteva onde sull'arenile deserto. canticchiavi tra te e te "in the seaside town / that they forgot to bomb / come, come, come nuclear bomb". e ci son le volte che il moz è la sola possibilità di dire le cose come stanno.

quest'anno invece è inizio autunno, e appoggiato con i gomiti sulla balaustra della terrazza della tua camera d'albergo guardi giù, e li vedi ripiegare le ultime sdraio e annodare gli ultimi ombrelloni. una a una. e uno a uno. mentre il sole tramonta alle tue spalle. 
(ora, la questione che questa cittadina sia girata al contrario -ché sarà mica dritto un posto dove il sole tramonta dietro la terraferma e non nel mare ti pare?- questa questione qui te la tieni per un altro post, prima o poi).

le ultime due volte che sei stato qui era autunno inoltrato e grigio e desertico, insomma, e di una noia che chiedeva bombe a ripianare il tutto. 
stavolta invece è sole e tepore e azzurro e una fine stagione balneare che parla con un marcato accento russo.
(ora, la questione che camminando questa cittadina la lingua che senti parlare nella maggior parte dei casi sia russo,  questa questione qui te la tieni per un altro ulteriore post, anch'esso prima o poi).

la penultima volta che sei stato qui ricordi che camminavi queste stesse strade parlando al telefono, ed era un bel parlare, ed era un parlarsi d'amore, seppure si stesse spegnendo autunnale e grigio e desertico anch'esso.
ora che sei qui, e cammini ancora le stesse strade, fai due conti e realizzi che è così tanto che non parli più parole d'amore, tu. 
ti chiedi se sia triste, questo. 
o se sia triste che a te non sembri triste, questo.

e non vale a pareggiare il conto la cameriera che poi, più tardi, a cena,  continua a sorriderti. o che cerca ad ogni passaggio di sbirciare il titolo del libro appoggiato lì sul tavolo. come fosse una sorta di gioco tra voi.

[© morrisey]

domenica 16 settembre 2012

SEPTEMBER('s here again)

settembre è di nuovo qui con i suoi giorni. e i giorni di settembre sono il sole che scintilla di cieli tersi e risplende di vento teso, sono l'aria che sa di buono, che sa di terra e foglie. i giorni di settembre sono la mitezza di un'estate in minore, e per questo migliore. 
i giorni di settembre sono la vita come dovrebbe sempre essere, ti dici. scintillante. e che profuma di buono.

lassù in alto il sole risplende. il suono di risate. uccelli che si gettano in picchiata giù dalle croci di vecchie chiese grigie. diciamo di essere innamorati, e intanto, di nascosto, speriamo che piova, bevendo coca a piccoli sorsi, e giocando. settembre è di nuovo qui.

[© david sylvian]

martedì 11 settembre 2012

IL TRENO DEI DESIDERI

il bollettino meteo dalla radio parla di un fronte di bassa pressione in discesa dalle coste atlantiche attraverso europa, con le sue nubi e i suoi temporali, avvisandoti che questa sarà l’ultima sera dell’estate 2012. decidi di uscire prima dall’ufficio, decidi che vuoi camminare sotto il sole dell’ultima sera d’estate. così, perché puoi, e il privilegio ha senso solo se lo si può esercitare, se no è pura teoria. e perché niente vada sprecato. nemmeno una sera a camminare vie sotto il sole. prima che arrivi inverno. 

non sono nemmeno due settimane che l’una è passata a ritirare le sue ultime cose. ti sembrava di più, ma no, son poco più di due settimane da quel giorno lì. fai il conto poco dopo aver finito di leggere la mail di quella precedente. quella con cui uscivi quella strana estate prima di conoscere quell’una di due settimane. una mail in cui torna a farsi viva dopo un annetto, così, e ti saluta, ti chiede come stai, ti racconta le sue vacanze, belle bellissime, e casualmente ti scrive che a fine vacanza si è sfidanzata. e olè. 
è che c’è qualcosa di strano, nel fluire del tempo di quest’estate che sta finendo proprio stasera. prima la più recente. ora, quella subito precedente. c’è questo strano orologio che gira al contrario. e le persone del passato ricompaiono a ritroso. ed è strano, questo fluire delle persone del tuo passato l’altra dopo l’una. e poi c'è anche il tempo che va normale, che nel frattempo ce ne sono altre, di parole, con persone che non sono state mai. 

è che ci sono le volte. le volte quelle volte che accadono da sé. le volte che non te l’aspetti, che tu sei lì che vivi un momento qualsiasi di una giornata qualunque, e loro ti piombano addosso, e cambiano la visuale e la prospettiva, che fino a un attimo prima eri lì, immerso pienamente nell'attimo presente del luogo esatto, e un attimo dopo sei lì che sei perso nei pensieri dentro alle vite che non hai. non puoi farci nulla, se ci sono le volte che non conta ciò che realmente sei, o quello che davvero hai, non puoi farci nulla, se ci sono quelle volte che pensi alle vite che non hai, e a quello che non sei. è che capitano da sé, le volte così. non sei tu che le cerchi, sono loro che ti cadono addosso, le vite che non hai. perciò io maledico il modo in cui sono fatto / il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco / il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia / quello che non c'è […] meraviglioso come a volte ciò che sembra non è / fottendosi da sé, fottendomi da me / per quello che non c'è

e in qualche modo il tempo curva, così, nel giorno che è l’ultima sera d’estate. e il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va. e il contrario di a ritroso non può essere che in avanti, verso altre possibilità, possibili o improbabili chissà. non sai. non puoi saperlo. finché non accade.

e forse la sola cosa da fare, è che niente vada sprecato. nemmeno una sera a camminare vie sotto il sole. prima che arrivi inverno.

afterhours, paolo conte]

giovedì 6 settembre 2012

HOBBY & SPORT (o, l'estate sta finendo)

pingping [incoming mail]
“ohi balordi! eccoci a fine estate: welcome back to hell a tutti!
che ne dite aperitivo alle 19.30 al XXXXX a guardare le milf che sono appena tornate dal mare tutte con l'abbronzatura e l'abitino…?
dai che è l’ultima possibilità, che poi c'è l’autunno di milano.”
 
l'estate sta finendo. è vero. ma chi se ne frega.
che da oggi hai un nuovo hobby, tu.
si chiama milf watching.

domenica 2 settembre 2012

IL 25esimo KOVALSKI


sì, vaffanculo...
vaffanculo io? vacci tu! tu e tutta questa merda di città e chi ci abita!
in culo agli zingari che usano i bambini per chiedermi l’elemosina e appena mi allontano mi lanciano maledizioni alle spalle, e poi vengono a svaligiarmi la casa.
in culo ai lavavetri maghrebini che ogni mattina mi sporcano il vetro pulito della macchina.
in culo ai rumeni e agli slavi che vanno per le strade a palla con le loro auto decrepite… puzzano di gulash da tutti i pori: mi mandano in paranoia le narici… e rallentate, cazzo!
in culo ai ragazzi di via sammartini, con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei tuoi parchi e te lo sbattono in faccia su gay tv.
in culo ai bottegai cinesi di via sarpi, con le loro piramidi di vestiti importati e con le loro scarpe di plastica: sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme!
in culo ai russi del lato est della stazione centrale, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro thé con una zolletta di zucchero tra i denti; rubano, imbrogliano e cospirano… tornatevene da dove cazzo siete venuti!
in culo anche ai centrafricani del lato ovest della stazione, che vendono eroina e fanno i papponi delle loro donne!
in culo agli ebrei ortodossi, che vanno su e giù per via bixio nei loro soprabiti imbiancati di forfora a vendere diamanti sporchi del sangue dell’uganda.
in culo agli agenti di borsa di piazza affari, che pensano di essere i padroni dell’universo; quei figli di puttana si sentono come michael douglas/gordon gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. in culo al fondo monetario internazionale, ai derivati, allo spread, alle banche d’affari e alle agenzie di rating!
in culo agli albanesi: venti in una macchina, e fanno crescere le spese della sanità pubblica. e non fatemi parlare di quei segaioli dei kossovari: al loro confronto gli albanesi sono proprio dei fenomeni.
in culo ai calabresi di rozzano con i loro capelli ingellati, le loro tute di nylon, le loro medagliette della madonna, che lucidano le loro auto assettate da rally, sperando in un’audizione per il grande fratello.
in culo alle sciure del quadrilatero della moda, con i loro foulard di hermès e i loro carciofi di peck da 50 euro l’etto, con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate… non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane!
in culo ai siciliani di quarto oggiaro: non passano mai, non stanno in difesa, fanno tre falli ogni azione, poi si girano e danno la colpa alla lega e alla mafia. l’unità d’italia c’è da quasi 150 anni: muovete il culo, è ora!
in culo anche ai napoletani che qui non c’è mai il sole: tornatevene a napoli e non rompetemi i coglioni!
in culo ai vigili e agli ausiliari della sosta, che ti multano per il lavaggio strade notturno sotto casa e se ne sbattono il cazzo dei suv, dei fuoristrada e delle citycar in terza e quarta fila davanti ai locali che bloccano il traffico ogni sera.
in culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti. in culo alla chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. e dato che ci siamo, ci metto anche gesù cristo. se l'è cavata con poco. un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluja degli angeli per il resto dell’eternità. provi a passare sette anni nel carcere di opera..!
in culo a osama bin laden, a al qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo: in nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno, stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciatemi ‘ste due palle!
in culo a quelli che il fascismo squadrista e a quelli che l’antifascismo militante e sfascista, ai black bloc e ai no-tav: gli anni ‘70 sono finiti, figurarsi la seconda guerra mondiale, coglioni!
in culo ai perbenisti che giudicano con gli occhi incollati sul culo della tua ragazza.
in culo a quelli “contro” che a trent'anni ancora si fanno mantenere da mamma e papà.
in culo ai locali pettinati pieni di shampiste che non stanno zitte un secondo senza dire mai una frase originale, e pieni di coglioni con la camicia aperta fino all’ombelico anche a gennaio.
in culo alle modelline slave e ai calciatori milionari. in culo agli alternativi vestiti in serie con lo stampino.
in culo a quelli che “milano è insopportabile non vedo l’ora di andarmene”: ma chi cazzo vi obbliga a viverci, coglioni?
in culo a questa città e a chi ci abita. dalle villette di san siro agli attici di zona 1, dalle case popolari di via palmanova ai loft dei navigli, dai palazzoni della cerchia alle case ottocentesche di pagano, da quelle a due piani dietro via fiamma agli appartamentini dell’isola. che un terremoto la faccia crollare. che gli incendi la distruggano. che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi.

no, in culo a te, montgomery kovalski. avevi tutto e l'hai buttato via. brutto testa di cazzo! 

[kovalskato da: la 25a ora, © spike lee, 
e dove lo puoi vedere? esattamente qui ]

K DROWNS

che poi ti dicono che non ti innamori mai, tu.
tsé.



"i'll drown when i see you,
i'll drown when i see you,
i'll drown when i see you, 
i do."