domenica 29 aprile 2012

BRILLIANT DAYS, o DELL'AUTOBIOGRAFIA DI UNO SPETTATORE

giorni al sole su panchine scintillanti d'azzurro e di luce, con lo sfondo del rumore di passi sulla ghiaia del continuo andirivieni di persone, da sole, a gruppi, spesso a coppie, il fruscìo delle ruote dei passeggini o delle biciclette che pedalano oltre, e invece sulle panchine coppie abbracciate a dirsi le parole che si dicono le coppie abbracciate sulle panchine, oppure single ciascuno con il proprio libro, e con quell'aria come se aspettassero qualcosa che sta per accadere, mentre sul perimetro esterno i passaggi rapidi di chi corre con falcate sempre più strascicate ad ogni giro del perimetro esterno, e nel prato interno, invece, le corse dei cani, scatti immediati e sterzate improvvise in inseguimenti e fughe, e l’aria è trasparente e luminosa, e la tua personale colonna sonora nell’i-pod e la ragazza hai i capelli legati e un profilo che vorresti disegnare con il dito e non capisci il colore dei suoi occhi e no, non puoi dirlo da qui, il colore dei suoi occhi, ed è una promessa essere al sole su panchine scintillanti nell’aria trasparente e luminosa d’azzurro e di sole, una promessa, già, cos'altro è se non la promessa della vita che ricomincia dopo ogni inverno. dopo qualsiasi inverno. e di una nuova estate che sta per arrivare. cos'altro sono se non una promessa, i giorni scintillanti così? 

e poi, alla fine, in fondo, è questo: guardare scorrere i giorni di primavera su panchine scintillanti di sole, osservando la gente che scorre davanti ai tuoi occhi. è così, alla fine. e in fondo, è questo: essere puro spettatore.

e forse questa solitudine 
è l'autobiografia di uno spettatore che 
non sa far altro che guardare gli altri 
ma non sa scrivere nient'altro che di sé 


[© la crus]

martedì 24 aprile 2012

DI STRADE E DI CIELI. E DI UN'EMOZIONE SEMPRE PIU' INDEFINIBILE.

attraversando le strade d'emilia il cielo è lunghe orizzontali nere. e improvvise esplosioni di sole.
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dopo, più tardi, fermo ai bordi di strade d'emilia, guardi in su verso un cielo terso d'azzurro che corre scorrendo nuvole rapide attraverso i rami degli alberi che ondeggiano di primavera e di vento.
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attraversando le strade d'emilia il cielo corre terso d'azzurro. attraversando strade d'emilia, ascoltando emilia paranoica aspetto un’emozione / sempre più indefinibile, aspetto un'emozione / sempre più indefinibile
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e se guardi verso nord, son solo cieli orizzontali e neri.
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tutto finisce nei tuoni e nel nubifragio della sera di milano. e aspetto un’emozione / sempre più indefinibile, aspetto un'emozione / sempre più indefinibile. sempre più indefinibile.

[copyright: c.c.c.p ]

sabato 21 aprile 2012

KOVALSKI vs ZE' FUORISALONE

che il fuorisalone e viatortona o anche il distretto di brera eh, e le installazioni e le mostre e gli eventi e gli happening e il design diffuso e patapìm e patapàm... tutto quello che è salone e fuorisalone, beh, è un po' quella questione lì dello spirito di natale. uguale uguale. no, non lo spirito di natale nel senso dell'amore che dal tuo cuore trabocca generosità e benevolenza verso il mondo, no. si parla proprio dello spirito che ti prende quando sei nella folla degli acquisti di natale. quello spirito di natale. ecco. esattamente quello: l'impulso irrefrenabile e totalmente santo che ti prende allora, di sparare sulla folla, tipo.

giovedì 19 aprile 2012

KOVALSKI vs ZE' SALONE

che qualcuno deve pur dirlo. e allora dillo, kovalski, dillo. che ogni sera incolonnato per tornare a casa. ma mica colonna scorrevole, no, figurati, ma quella roba fissa tipo pneumatici inchiodati all'asfalto. quella roba che sembra che tutta europa si stia spostando in auto o in taxi attraverso la città. ma mica ciascuno la propria di città, no. tutti questa città qua. la tua. e che poi quando dopo 'sto stillicidio quasi immobile alla fine finalmente sei nei paraggi di casa, dove paraggi è un raggio di unovirgolacinque chilometri, ma finalmente alla fine qui... parcheggi manco sui tetti. che sembra che tutta europa che non sta attraversando la città sia parcheggiata in un raggio di tipo unovirgolacinque chilometri da casa tua. e allora, qualcuno deve pur dirlo. ora adesso qui. qualcuno deve. e quel qualcuno è kovalski. e allora, dillo, kovalski, dillo: che a te il salone del mobile ti sta davvero sul cazzo quest'anno.
anzichenò.

lunedì 16 aprile 2012

QUANDO NON ASCOLTI ALTRO DA TRE GIORNI, TIPO

è una roba semplice. sembra. è che non ci vuole molto. anche se non sai nemmeno bene cosa ci voglia, a dirla tutta. ma di certo non ci vuole molto. che sarann anche giorni grigi e di pioggia, questi. e non bastassero le nubi lassù, quando parli fai altre nuvole dalla bocca tu. che tipo sembra inverno, nei giorni così. eppure. eppure. eppure sarà mangiare fragole e more seduto sul pavimento del balcone mentre guardi il cielo piovere giù. sarà questo. oppure sarà ascoltare a nastro piccole canzoncine scarnificate. sarà. sarà poter scegliere se mettere su un film o leggere un fumetto. oppure fare entrambi.  e lo fai. prima l'uno, poi l'altro. sarà. sarà che non ci vuole molto, anche se nemmeno sai bene cosa ci voglia. però i giorni così anche se grigi e di pioggia e che sembra inverno è come avere il cielo azzurro dentro, tipo. e non riuscire a farlo andare via. una roba così.
e chissà cosa ci mettono in queste fragole, kovalski. o saranno le more, saranno. chissà.





giovedì 12 aprile 2012

DELLE PERVERSIONI

che ognuno ha le proprie. di perversioni. quando si è fortunati, a ben vedere. nel senso che: quando si è fortunati se ne ha almeno una, di perversione. che insomma, senza nemmeno una perversione, in fondo, che noia sarebbe, ti pare? che le perversioni sono il sale della vita, eddai. anyway, senza divagare, che poi perdi il filo. e il filo era che ognuno ha le proprie, di perversioni. ecco. appunto. ognuno la propria. e a te la tua. di perversione. che a te piace che piova, in questi giorni. e ti piace un sacco, 'sta cosa dei giorni di pioggia in questi giorni qui. così. ma pensa te.

venerdì 6 aprile 2012