martedì 28 giugno 2016

BRITISH SHITHEADS

che poi il politically correct è una gran cagata, si sa. e certe cose vanno dette per come sono. inutile edulcorare, o abbellire. 
e allora diciamola esattamente per come è: i britannici sono delle enormi teste di cazzo. E NOR MI, kovalski, E NOR MI.

e chi scuote la testa, è solo perché non ha fatto i conti. perché appena uno fa i conti scopre che la sciovinista coglionaggine di quei ritardati d'oltremanica è costata ad ogni singolo europeo qualche decina di migliaia di euro a testa. sì, anche a te che leggi. fatti due conti. e poi ne parliamo.

e quindi guardiamo tutti insieme la vastità del cazzo che ce ne frega che la gran bretagna oggi sia più povera. l'IMMENSA vastità del cazzo che te ne frega. ché ti dispiacerà quando quei ritardati d'oltremanica ti avranno restituito fino all'ultimo centesimo del paio di decine di migliaia di euro che ti hanno rubato. fino all'ultimo cent.

and god fuck the queen. and her kingdom too.


venerdì 3 giugno 2016

030616

il caldo che respiri a ogni respiro. la rocca che si staglia netta dal piatto nulla del deserto di roccia e sale. e il piano superiore,  leggermente inclinato, sul quale -di nuovo- ti ritrovi a tu per tu con la storia. le legioni di roma, la ribellione ebrea, l'assedio, il genio ingegneristico, la scelta di non farsi prendere vivi.

il fondo del mondo è a meno quattrocentoequalcosa metri. alla fine di un infinito deserto roccioso. il fondo del mondo è qualcosa su cui puoi galleggiare. basta imparare a lasciarsi andare.

tel aviv è la vita d'europa, trasportata in medio oriente.

giovedì 2 giugno 2016

020616

la luce del sole basso e terso del primo mattino. svegliarsi all'alba ne vale la pena per l'incanto della spianata delle moschee completamente deserta di persone.

la cupola d'oro che scintilla nel sole e contro l'azzurro teso del cielo. i mosaici blu e gialli e verdi sotto di essa. il grigio delle pietre della moschea al-aqsa.
ci siete solo voi. le moschee. il silenzio. i richiami delle cornacchie.
resti perso nell'attimo perfetto.

al-aqsa. spianata delle moschee.  pensi a quante volte hai sentito questi nomi.

all'ingresso del quartiere hazida un cartello invita a vestire sobriamente e a maniche lunghe per non imbarazzare i residenti. 

uomini barbe incolte treccine sui lato della testa cappello nero, camicia bianca e pantaloni e giacca neri, e cappotto nero sopra. donne in gonna lunga calze maglietta bianca a maniche lunghe e sopravveste a fiori sopra. nei 38°. ora, sarà un po' da ritardati o no attenersi a un codice nato nell'800 in polonia -col clima polacco- se ora sei nel 21° secolo e in medio oriente, o no?


yehuda mahane. il mercato perfetto. i colori i profumi gli odori del medio oriente. folla. di giorno il mercato mediorientale perfetto, la sera la vita pulsante di ristoranti e locali.

la città di davide. mura di tremila anni fa. prima di roma. al tempo di troia. qui è  storia tutto. dappertutto.

il lungo tunnel tra le pareti di roccia. il senso del tempo che chiude e schiaccia.


soldati ovunque. mitra ovunque. divise su ragazzini di vent'anni. divise su ragazzine di vent'anni.

mercoledì 1 giugno 2016

010616

è terra arsa. è terra riarsa. lo pensi sorvolando questa terra incognita. lo vedi nei marroni, nei marroncini, in come sovrastano i verdi, dall'alto.

è terra arsa. è terra riarsa. lo confermi guardando questa terra scorrerti di fianco lungo l' autostrada. è terra stanca, così antica da essere stata sfiancata. sfinita.  svuotata.
ogni respiro è aria calda dentro i polmoni. era tanto tempo ormai che  non tornavi a questo clima. lo respiri a fondo.

le mura sovrastano ogni cosa. e chiudono un mondo dentro, più di quanto chiudano il mondo fuori.
ci sono luoghi che non sono una geografia,  sono storia. e qui è LA storia.

qui tutto è storia. qui toccare qualsiasi cosa è toccare la storia, è come se ogni tempo aderisse a ogni cosa, e in ogni cosa vedessi il tempo trascorso, i tempi trascorsi, le ere, i popoli, gli imperi, i sovrani, le devastazioni, le ricostruzioni, tutta quella storia che hai sempre letto sui libri, i nomi gli anni gli eventi i regni le successioni le battaglie... eccolo tutto qui, ora, adesso,  in questo luogo in questo tempo. è tutto qui. è tutto ora. toccare qualsiasi cosa è toccare storia, qui. ed è una sensazione che sovrasta.


non credevi avresti mai appoggiato le tue mani al muro del pianto.

tutti quei foglietti infilati nelle fessure delle pietre. tutti i canti e le recitazioni sommesse intorno a te.
non credevi avresti mai appoggiato la tua mano sul golgota. a sentirne la pietra sotto le tue dita.

non credevi avresti mai visto il sepolcro. toccato la pietra. no, non lo avevi mai considerato...

pregano,  pregano tutti, qui, hanno gli occhi lucidi mentre allungano la mano, e la tengono lì, e senti il tono sommesso della litania della preghiera di ciascuno.
tu tocchi la pietra. hai gli occhi asciutti. "eli, eli, lama sabactani?". 
eli.
eli.
lama.
sabactani.
anche qui, non ti esce altro.