lunedì 27 aprile 2015

(sabato 26 aprile 2014, durbar square, bahktapur)

era la notte di bahktapur, eravate voi cinque ed era la vostra ultima notte ed era la piena consapevolezza di dirvi "è la nostra ultima notte qui in questa piazza di mille anni fa e sotto queste stelle" ed era il nero di black out e del cielo enorme ed erano le costellazioni ed erano i templi ed erano le torri e le pagode millenarie e le cicale ed era la vostra ultima notte a parlare sottovoce sui gradini di monumenti e templi di mille anni fa. 
era la notte di bahktapur. era un anno fa. 
ora qui e ora e per sempre.
era. e non sarà mai più.



era.
ora, solo le macerie. e i tuoi ricordi.


venerdì 24 aprile 2015

ON THE ROAD

non sai se la scorsa fosse la notte dei morti viventi.
ma di certo questa è la mattina dei ritardati guidanti.

giovedì 23 aprile 2015

DELLE TROPPE PRIMAVERE

ed eccoti qui, kovalski, eccoti nella primavera duezerounocinque, ché anche quest'anno è primavera, fuori, nei cieli e nelle strade. ed ecco i cieli azzurri e le sera chiare, ecco l’aria mite che resti fuori a parlare, ecco la primavera che non è una sola primavera, quest’anno, ma la primavera delle diverse primavere che si intrecciano, si sovrappongono, si succedono, si accavallano...
eccoti qui, nella primavera che c’è chi arriva e poi riparte. e tra quando arriva e quando poi riparte è intrecciare corpi e ritrovare incastri.
ed eccoti nell’altra primavera, poi, la primavera quella che come una sorta di maledizione di questo anno dispari brillano anelli agli anulari di donne che vorresti non avessero agli anulari anelli a brillare, e in questa primavera delle donne con gli anelli che brillano in cui ti trovi ad affondare c’è chi i capelli arruffati ed è affondarsi negli occhi lungo un canale, e chi invece è un improvviso affondarsi nelle bocche dentro stanze buie e con il sapore e l’urgenza di lunghe attese da recuperare. ed eccoti qui che la primavera diventa la primavera degli amori che non puoi avere (e fai bene a ripetertelo, questo, kovalski, fai bene a ripetertelo).
ed eccoti nella primavera in bianco e nero, poi, la primavera quella della pelle scura sulla tua pelle chiara, e queste notti che guardarti è come vedere vecchi film, forse francesi.

eccoti qui, kovalski, ecco qui te, ed ecco qui le primavere con cui inizia questa tua primavera.

 
che poi, però, a dire la verità vorresti capire… così, tanto per sapere... ma quante cazzo di primavere ci stanno in un anno dispari, kovalski?!
 

lunedì 13 aprile 2015

120415



e finora non ti era ancora capitato il cantante che durante il break di batteria si mette a parlare della seconda legge della termodinamica. proprio no.

"and one day babe we'll be old, oh babe, we'll be old and think of all the stories that we could have told"

[© asaf avidan]

domenica 12 aprile 2015

UN TRANQUILLO SABATO DI SHOPPING

DI GENTE E CANALI E PRIMAVERE E CAPELLI E OCCHI

ed è il pomeriggio che è primavera lungo il canale, e l'aria è dolce e lieve com'è dolce e lieve l'aria del pomeriggio della primavera lungo il canale, e sei sull'alzaia dal lato in ombra del naviglio, seduto  a un tavolino del locale che affaccia sulla gente che scorre e sull'acqua che va, e guardi la primavera e guardi l'acqua e guardi la gente che va, e la vedi arrivare da lontano, lei e la sua massa di capelli ribelli come quando era ancora una bambina, questa testa enorme di capelli crespi e incasinati da nera ma la sua è una testa chiara, chiara di nocciola e biondo e castano, e dopo un po' che la vedi ti vede anche lei e le esplode il sorriso sul volto e sotto la massa enorme e ribelle dei capelli e tutto e questo sorriso enorme che le sorridi di rimando e c'è questa cosa che vi sorridete così tanto ogni volta che vi vedete che è come tirar giù tutto, i personaggi le barriere le difese, tirar giù tutto e restare sé. null'altro che sé. e il tavolino e i caffè e i sorrisi e le parole, le domande e le risposte, e le domande che trovar le risposte è sempre un casino, e "non ci credo. sei la seconda persona in tutta la mia vita che nota la macchia colorata nel mio occhio", e "l'adolescenza è la fatica e la magia dei figli" e non sai bene quanto tempo passate insieme lì seduti al tavolino lungo il canale nel pomeriggio che è primavera e le parole e l'acqua e la gente,  però sai che a un certo punto il sole è girato e siete in piena luce ora, ed è nella piena luce del sole che è girato che ora è l'ora di andare, ciascuno a far diventare sera il proprio sabato pomeriggio. vi alzate, prendete le vostre cose,  finite un qualche dialogo, vi salutate con i soliti tre baci, e come sempre non riuscite a non sfiorarvi le labbra come un gesto casuale, come un qualche non detto. ché lo sapete benissimo, lo sapete entrambi senza aver bisogno di dirvelo il motivo per cui non siete una coppia. un solo, concreto, preciso, determinato motivo. un motivo semplice e reale.
e ce l'ha addosso lei quel motivo. 
all'anulare sinistro.