giovedì 1 novembre 2012

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tramonti dorati incendiano i cieli dell’ovest e i campi e gli alberi e le foglie ancora verdi e i pendii e i declivi, e il mondo risalta di luce netta e calda, e  scorrendo sull’asfalto lungo i bordi delle colline la terra che poi s’abbassa scende s'appiattisce si livella s’acquieta si fa pianura, e gli incendi dei cieli dell’ovest si spengono nella notte che cala buio presto e rimbocca l’orizzonte tutt’intorno a te che guidi e sei quasi a casa, ormai.

[incoming mail] io non lo so bene cosa fare. che le scarpe sono sempre rigorosamente col tacco, ovvio, ma forse dovrei appenderle al chiodo, ormai. e bona lè. che anziché continuare a illudermi di vicinanze possibili dovrei accontentarmi di mordi e fuggi a distanze di sicurezza.


[reply mail] e poi? che la questione non è tanto appenderle al chiodo, le scarpe, taccate o pianelle… è il dopo che hai appeso le scarpe la questione, che poi? ché io son qui che cerco di capire se si possa tirarle giù dal muro, le scarpe, ora. e, del caso, come cazzo si faccia a staccarle… [send mail]

54 commenti:

  1. poi capita che tu la scrivi davvero quella cosa. quella cosa lì che per te è così importante da non averla scritta mai.
    e capita che nessuno capisce. e nessuno lo scrive davvero di non averlo capito.
    e così ti rendi conto che a volte le cose più vere è meglio andare a nasconderle in un commento in culo a un post di un blog che parla di cucina, anziché buttarle in pasto alla macchina.
    ma poi decidi che no. che il tuo posto è ancora e comunque questo.
    si combatte, k.

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    1. capita che nessuno capisce... presente!
      K, ogni tanto mi dai l'idea di un viaggio. Dura cinque righe e poi cambi inquadratura, dal largo paesaggio zoommi su una scena urbana, un dettaglio di tacchi che in qualche modo mi è famigliare. Io non mordo, io non fuggo, io i tacchi ancora non li ho calzati.

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    2. ma forse non c'è nulla da capire. nulla al di fuori di quello che c'è scritto. quello conta. il frammento messo qui a futura memoria di un giorno qualsiasi. e rileggersi, poi, dopo mesi o anni. e ripercorrere i giorni qualsiasi della propria vita. cos'altro dovrebbe esserci che questo?
      per le sAghe mentali tu Red sei inarrivabile; e la fiction la scrivi molto meglio tu, G. :-)

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    3. beh, sAghe mentali è geniale. ;)

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    4. che poi io credo di averlo capito, il tuo post.
      certa musica la capisci solo se la ascolti di notte.
      e comunque qui si fa uso (quasi) privato di mezzo (quasi) autorizzato.
      verrebbe da chiederti della luce d'occidente che ti aspettava molte o poche ore prima, e delle mail che avevano già dentro la promessa di un tramonto.
      verrebbe da chiederti se quei tacchi li hai potuti toccare, o se semplicemente sono rimasti lì, a guardarti guardarli.
      sono quadretti perfetti per le sAghe, questi. puntate pilota di uno spinoff di successo. ;)

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    5. che poi il bello è che da un certo grado in poi, uno nei post ci legge dentro sé, più di quanto ci trovi quello che l'altro ha scritto... io scrivo di me tu leggi di te. ed è bello anche così. 5 lettori, 6 significati diversi. che c'è anche quello del K, volendolo, eh :-)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. (commento riscritto per errori di stOmpa)

      Se io ricevessi mail del genere avrei il mal di testa a dover decifrare tutte le metafore. Con le scarpe ci si cammina. Con tacco, senza tacco, da donna, da uomo: le scarpe si prendono e si usano per andare avanti, pochi cristi.

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    2. le scarpe si usano per camminare.
      ce le si toglie per dormire. fare la doccia. camminare sulla spiaggia. scopare.
      le si mettono nella scarpiera, se le si vogliono riusare. o le si appendono al chiodo. se si vuole cambiare capitolo.

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    3. Non sarei così categorica. Ci sono anche le famose 'scarpe da letto', scelte in negozio insieme a lui che ammicca e va su di giri immaginandotele ai piedi mentre ti tromba

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    4. penso che dovremmo fare shopping insieme, io e te :-D

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    5. Mi spiace non brillare per originalità ma anch'io ho appeso certe calzature a un chiodo. Fonderemo il club delle (in)felicemente scalze

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    6. vabbé. almeno hai un bellissimo nome :-D

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    7. Tutto merito di un brillante padrino :-)

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  3. per me la sfida è imparare a coprire distanze sempre maggiori, anche coi tacchi. ché il bello è quando la distanza non è una distanza di sicurezza, ma una visione più ampia delle possibilità che si hanno.

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    1. tu sei esattamente a 180° , FraGla, tu ti allontani per capire. e per scegliere se e come ti avvicinerai, poi. tu giochi ancora il gioco delle vicinanze.

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    2. è sempre gioco della distanza, che si tratti di vicinanze o lontananze. il linguaggio dovrebbe essere più o meno lo stesso.

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    3. il linguaggio sì. è l'esito che è opposto :-)

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    4. "esito" è così passato come concetto: chissenefrega degli esiti, a me interessa il processso! :D

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    5. ma io ho un'occlusione dentale migliore.

      e comunque ghedini...se non sapessi che il K, profondamente, mi ama, mi sarei già offesa.

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    6. e allora smettila di parlare di processi tuy

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    7. sei tu che hai una concezione ristretta della polisemia del termine "processi". :D

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    8. e con "polisemia" concorri al cruschino d'oro 2012
      :-P

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    9. ho letto "cuscino d'oro", sarà che non ho voglia di uscire e, invece, devo essere pronta entro tipo tre minuti?

      tu dovrai farti perdonare queste prese per il culo gratuite, in un modo o nell'altro, eh.

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    10. e tu dovrai farti perdonare "polisemia"
      e il modo lo troviamo :-D

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    11. polisemia è una parola bellissima.
      ma un modo troviamolo comunque, dai :P

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  4. in questo momento mi sento sommamente imbecille...
    non ho capito un piffero!
    da donzella amante del tacco 12 avrei forse dovuto...
    sono delusa da me stessa

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  5. aiutala k, non remare contro.
    aiutala a tirarle giù.
    e amen.

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    1. (la mail di risposta è DEL k, non AL k)

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    2. e se ha le proprie appese, come può il k tirar giù le scarpe di qualcun altra?

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    3. non remare contro infatti sarebbe sufficiente.
      :*

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    4. ma non è il K quello che rema contro con lei :-)

      :-*

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  6. e forse proprio ora,la volta buona, che la signora ha trovato ''una vicinanza possibile'', non rendendosene conto decida di appendere i tacchi al chiodo?

    se il tacco non è a spillo le stacchi facilmente ;)

    La mia interpretazione di una vicenda di cui non conosco nulla di nulla ... :)

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  7. Io sono dell'idea che certe questioni non hanno risposta che possa essere scritta o detta e ancor più dell'idea che scrivere o dire di certe questioni sgonfi pericolosamente le gomme a quel che è.
    Cala la pressione ma è un palliativo, un sollievo dannoso, perché perdi di necessità.

    (Si capisce qualcosa ?)

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    1. e poi dicono a me, che non si capisce il post....

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    2. Ci riprovo:

      Sono dell'idea che certe questioni (molte direi) non hanno una risposta che si possa esprimere a parole e soprattutto secondo gli schemi mentali secondo cui siamo portati a organizzare e semplificare un po' tutto (a parer mio un disperato tentativo di controllo). Questo perchè ogni cosa è realtà e contiene in se stessa molto più significato di quanto si possa effettivamente spiegare verbalmente (e forse comprendere mentalmente).
      Immergersi nella musica di questo significato e cantarla a parole è un'esperienza struggente e quando si è molto bravi (o dei poeti) si riesce a trasmettere anche al lettore qualcosa che perderei sei mesi a cercare di descrivere e forse avrebbe a che fare con l'innocenza, i limiti, la gioia, la vulnerabilità, la paura, la commozione, il dolore, la meraviglia ... e chissàchealtro.
      Una magia ... che non è priva però (sempre secondo me eh) di controindicazioni.
      Così facendo, mi sembra, si finisce per "agire" nel significato e lentamente ci si allontana dalla realtà. Le emozioni vengono in qualche modo ammansite e ci percorrono forse meno paurosamente (in un campo teorico possiamo infatti soffrire senza paura d'essere veramente "uccisi"), ma la forza dell'istinto la necessità) (quel che ci spinge a fare) si indebolisce.
      Considerando che la realtà parla con i fatti questa diventa una bilancia molto delicata.

      So che è un discorso tutto sommato abbastanza banale, ma lo volevo fare lo stesso.
      concludo con una citazione che non centra quasi nulla e che ho letto solo per interposta persona su "Come diventare il mio Iceberg".

      Se esci da te stesso non puoi fare lo scrittore, perché quello che ti mette in movimento è l’ingrediente personale, e se resti sempre attaccato all’ingrediente personale finirai per sparire nel tuo buco del culo.

      (La lezione di anatomia - Philip Roth)

      Se ancora non sono stato abbastanza chiaro ci vediamo al pub.

      prot

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    3. per me era chiarissimo anche il primo commento, pdpdr.
      chiaro e, per quanto mi concerne, assolutamente condiviso.
      e quindi salterei direttamente al pub, se non ti scoccia.

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    4. Scusa stavo pulendo il gabinetto ...
      Non mi scotch per nient
      Quando volete.

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    5. vada per il pub. sempre per quantunque!

      (credo che si possa cercare di esprimere qualsiasi cosa a parole, anche se le parole non sempre bastano. se no vorrebbe dire non esprimersi, ché è ancora peggio e più vago dell'esprimersi parzialmente. ma io scrivo, tu disegni. e questo la dice lunga sulle rispettive inclinazioni verso la parola, direi :-) )

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    6. Discorso lunghissimo.
      : )

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    7. cerca "bigolo" su google.
      poi dimmi che non ti ci ritrovi.
      :-D

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  8. aaaaaaaaaaaaaaaaaa...ci sono ci sono...no. non ci sono. ok ciao.
    ( scusa ma volevo partecipà pure io che non ho preso droghe..comunque a te ti adoro... co le scarpe e senza. basta che non hai il calzino corto e bianco. e con questo commento spero di deviare il discorso su lidi più comprensibili a noi poveri infelici che veniamo qui e ci si scombinano quei due neuroni che ce so rimasti..quando tornate dal pub siamo tutti qui che aspettiamo la spiegazione e del post e dei relativi commenti "inturcinati") :P

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    1. ennò!!!!
      il calzino bianco, NO!
      nemmeno lungo. figurarsi corto, poi.
      :-)

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  9. "le ho mai parlato del vento del nord" un libriccino, ma leggilo.

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    1. merita? sei la prima a dirmelo... ma se lo dici tu...

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  10. io ci ho trovato dentro qualcosina, sì. meglio di altri con mille pretese che poi dicono nulla. low expectation set e vai, che tanto lo leggi in poche ore. Poi mi dici.

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occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.