venerdì 6 luglio 2012

I'M FEELING SUBATOMIC (just give me gin&tonic)

[antefatto: questi sono i giorni della fisica sulle prime pagine dei giornali, con la conferma empirica dell’esistenza del bosone di higgs, che con umile&morigerato eufemismo è detto anche “particella di dio”]

e per quelle che no ai post lunghi (vero, v?):
allacciati le cinture, alice, che da qui in poi di meraviglie ne vedrai un bel po’”.
the matrix]


la divisibilità dell’indivisibile. l’atomo come proprio stesso ossimoro. l’a/tomo in/divisibile che si compone di elettroni, protoni, neutroni. nucleo, e particelle. e il loro movimento relativo. l’ironia di avere un nome che viene superato di slancio da ciò che si è.
e chissà come ci si sente, a sapere di essere un ossimoro.

l’atomo come tessuto della realtà. cambiano la trama, le fogge, i colori, i tagli, la tessitura, lo spessore, le cuciture, ma è un solo ed unico tessuto quello di cui tutto è fatto. 

le cose che compongono il mondo, tutto ciò che vedi, tu stesso anche, come ammasso ordinato di atomi. prova a immaginarlo. prova. a. immaginarlo. e quando guardi, non vedere case, strade, alberi, nuvole, cielo, persone, la tua mano. Quando guardi, vedi gli atomi che le compongono. prova. prova a visualizzare gli atomi che compongono ogni cosa esistente e che percepisci. o che credi di percepire.
quanto relativizza ogni cosa, questo?
we are such stuff as dreams are made on. fatti della materia del sogno, ti dice che siamo fatti della materia del sogno. il sogno come scariche elettriche che attraversano sinapsi di un cervello addormentato. il sogno come elettricità statica interiore?
elettricità. atomi in movimento. noi siamo fatti della materia degli atomi in movimento. proprietà transitiva del sogno.

e anche volendo, e anche provandoci, e anche sforzandoti, non riesci. no, non riesci proprio. non riesci a pensare a te stesso come somma di atomi che costituiscono molecole che si legano in cellule che formano tessuti che fanno il tuo stesso corpo che fanno te.
sapere non è vedere, né sentire. o anche solo riuscire ad immaginare.
e posto di fronte ad uno specchio, nell'immagine riflessa che guardi, credi di vedere te stesso, ma non puoi vedere ciò di cui sei realmente fatto. il tuo stesso paradosso, il paradosso che sei : ti è impossibile vedere l’atomico di cui tu stesso sei fatto. anche solo immaginarlo. anche solo visualizzarlo mentalmente. ogni tua fibra, il tuo stesso corpo, non sono ciò che vedi. tu non sei ciò che vedi quando guardi te. la tua percezione si ferma ai tessuti. la tua percezione di te si ferma alla superficie, e alle sensazioni che sulla superficie provi. a un livello più profondo, al livello reale, non riesci ad andare. non riesci a vedere ciò di cui il tuo stesso corpo è fatto.
sei fermo sulla tua stessa superficie. e se non riesci a vedere l’atomico, nemmeno ci provi con il subatomico che lo compone. eppure ti definisci “tu”, credendo di sapere di cosa parli.
e se l’a/tomo in/divisibile è l’ossimoro di se stesso, tu hai in sorte altrettanta ironia di ciò che ha un nome sbagliato. anche tu sei il tuo stesso ossimoro. superato di slancio da ciò di cui sei fatto.

irrimediabilmente mediano, sei fatto per il medio.
as above, so below. il troppo piccolo è fuori dalla tua capacità percettiva. non riesci a vederlo. e così, dimentichi che esista, e credi che la realtà sia la tua percezione mediana. tu ti dimentichi di te stesso, ti dimentichi di essere un ammasso ordinato di atomi.
as below, so above. anche il troppo grande è invisibile ai tuoi occhi. vedi le strade, i palazzi, le piazze, ma non vedi la città. da un aereo vedi le città, le pianure, i fiumi, il mare, le montagne, ma non puoi vedere un continente. un continente puoi immaginarlo, certo. puoi pensare la terra, anche, sai com’è fatta. puoi pensare ai pianeti che compongono il sistema solare. puoi pensare ai sistemi stellari che compongono galassie. puoi pensare le galassie, anche. una. due. dieci. cento, forse. ma poi non riesci. non riesci a pensare l’universo composto di infinite galassie.
irrimediabilmente finito, non puoi pensare l’infinito.
eppure, tu sei lì dentro. tu ci “vivi”, lì dentro. tu vivi un dove che non sei capace di pensare.

karma coma
(jamaican aroma?)

non puoi pensarlo. non puoi immaginarlo. può essere tutto. o nulla. può essere talmente tutto o talmente nulla che può anche essere che l’infinitamente grande sia solo un ulteriore infinitamente piccolo.

as above, so below.
l’universo che ci racchiude può essere atomi, perché no? possiamo essere particelle subatomiche. ogni stella un nucleo. ogni pianeta un elettrone. ogni sistema solare un atomo. ogni galassia una molecola.
e se l’alto è come il basso, se l’infinitamente grande è come l’infinitamente piccolo, se la trama della realtà di ogni cosa esistente nella realtà è unica e il suo tessuto è atomico, puoi immaginare qualunque cosa. qualunque cosa.
as above, so below.

puoi immaginare l’intero universo una molecola qualsiasi. puoi immaginare la molecola parte di una sfera, forse. una palla. l’universo una palla di plastica. arancione. l’intero universo che nemmeno riesci a concepire solo un punto infinitesimale della superficie di una palla di plastica arancione. lanciata da due bambini. su una spiaggia di sabbia. in un giorno d'autunno. e immaginare la traiettoria curvilinea della palla lanciata dall’uno all’altro contro il cielo azzurro di un pomeriggio d’autunno.

e l’universo scorre così. e la tua vita scorre così, in un universo che è una molecola. in una palla arancione, lanciata in aria da due bambini, la parabola arcuata che disegna la sua traiettoria, su una spiaggia sabbiosa, in un qualsiasi pomeriggio d'autunno.

puoi immaginarlo. e la sensazione che questo ti dà.

... e allora, ci vuole ancora molto per questo gin tonic?

 [© shakespeare; massive attack]

46 commenti:

  1. è cosa buona. così posso sempre illudermi di essere atomicamente figa.

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  2. sa di acido. nel senso di trip, eh.
    e anche di questo http://youtu.be/zC4poOpZG9w


    (karmacoma l'ho risentita ieri dopo non so neanche quanto. coincidenze.)

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    1. ma com'è stato, farlo, questo trip?

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    2. acutezza percettiva. come potrebbe non piacermi?

      meno droga più kovalski.

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    3. quindi nell'usurata espressione "sex, drug & rock'n'roll" tu sei la droga. ora mi tocca trovare gli altri.

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    4. appena smetto di ridere, ti sfanculo. sappilo.
      :-D

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    5. mi aspettavo una risposta tipo "posso essere uno e trino".

      non ce la fai a sfancularmi, lo so.

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    6. naaa troppo scontato. me ne basta 2 su 3. che era tipo "senti, bimba, posso mica fare tutto io, ti pare? almeno la musica metticela tu"
      ma preferisco sfancularti.
      se ci riesco.

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    7. preferisci sfancularmi?
      bene, sei la droga meno uncinante che conosca.

      e comunque, secondo me non ce la fai. ecco.

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    8. tocca al sesso psicotropo, allora
      :-D

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    9. io la musica non la porto per principio, però.

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    10. e allora, metticci anche tu il sex. che two sex is megl che uàn

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    11. vedi? sei accomodante, quante volte te l'ho detto? :P

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    12. vedi come ti accomodo, sì :-P

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  3. Quello che hai scritto, kovalski, è davvero interessante e leggerti in questa veste di insieme pensante di atomi predisposto alla fisica ed alla metafisica mi lascia basita.
    Ma è tutta farina del tuo bosone?
    Mi hai fatto tornare in mente la mia prof di fisica, quando ci parlò delle "linee di forza" che lei diceva fosse possibile vedere tra le ciglia, anche solo socchiudendo gli occhi.
    Nessuno ci riusciva.
    Solo io.
    Da allora penso di avere i superpoteri.
    Oppure di soffrire di un difetto congenito della retina.

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    1. io voterei i superpoteri.

      e riguardo la farina: dimmelo tu dove credi si possa trovare, della farina così, dimmelo tu, che hai i superpoteri

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    2. Nel supermercato dove fa la spesa Higgs, ovvio! ;)

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    3. Ma no! Intendevo il Lidl!
      Non ha mica i superpoteri, lui.
      E' solo intelligente.
      E fa una spesa intelligente.

      Io invece al Lidl non ci vado mai...

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    4. che tristezza però, il lidl. eddai....

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    5. ... in effetti ...
      Va meglio l'ipercoop?
      Però lì non garantisco che ci sia la farina di bosone, la filiera è controllata ;)

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    6. e chi è che controlla 'sta filiera?? ma soprattutto: chi controlla i controllori? :-D

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    7. Vada per il sincrotronmarket, ok?
      Fai domande troppo scomode da un punto di vista socioeconomico e filosofico...

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    8. e non ho bevuto nulla, stasera...

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  4. Il tutto é piú della somma delle parti. E diverso anche. Irriconoscibile a volte.

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    1. oppure, il tutto E' la somma delle parti, in scala superiore. o in una scala differente.
      irriconoscibile, certo. ma non altro.

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  5. Atomiche e non numerate considerazioni:
    - bel post, bella l'estetica del post, ecco
    - personalmente non me ne importa un tubo del se sono piccolo, grande, infinito o infinitesimale
    - conclusione spettacolare
    - il gin tonic che aspetti è almeno il secondo, vero? :P

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    1. al secondo credo ch'io fossi tipo al secondo capoverso, tipo. :-)

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  6. Mi piace tantissimo. Probabilmente perchè è uno dei discorsi che farei ad una serata noiosa davanti ad un gintonic ed una persona poco interessata a ciò che dico.
    Mi piace tantissimo pensare in questi termini. Leggendoti, non so a quale riga, mi ha attraversato una sensazione. Più che altro una consapevolezza, una presa di coscienza. Arriva e se ne va.
    Scrissi una cosa simile anch'io anni fa (ma al posto degli atomi c'era la mia cara Luna), dicendo che in realtà certe volte si sente, la sensazione di infinito non la si può pensare ma la si può avvertire. "Il peso dell'universo", dico. Quando magari sei in una stanza, a fare lezione o a lavoro, o al cinema, o al bagno, e ti estranei. Improvvisamente hai un'epifania, il cervello non funziona più. Ti sembra che le cose intorno a te si allontanino, come se risucchiate. L'angoscia, ma una sensazione 'alta', una sensazione che toglie ogni significato a questa stupida terra.
    Quando arriva la notte, e finalmente il cielo ha lo stesso colore dell'universo. E allora lì sono guai.

    Mi piace, mi piace tantissimo l'argomento. Vedi, a me la scienza piace così. Una scienza letteraria.

    P.S.: Se ascolti in particolare quella canzone dei Massive Attack sei (stato) un fattone. Bella fratè.

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    1. ci sono sempre mille connessioni, ari. e mille rimandi. che a volte i percorsi, pur nelle loro profonde diversità, sono simili, o assimilabili. e allora è facile riconoscere un passaggio, una curva, o il senso della direzione.

      ps: in particolare amai perdutamente i primi due album. due virgola 5, considerando il dub del secondo. perdutamente" nel senso che mi ci persi dentro, proprio.
      se vuoi la fattanza ma quella professionale, sista, metti in loop heatmiser. in cuffia. di notte. quando sei in thc. poi mi dici com'è profondo l'universo. quello che c'è dentro di te.

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    2. :)

      Ps: in realtà bluffavo. Io non li conosco affatto, se non per un paio di canzoni.
      Però ora ci provo.

      L'ultima manciata di frasi m'ha fatto sciogliere, ahah. Se me le avessi sussurrate all'orecchio credo che adesso sarei già in overdose da qualcosa.
      E ovviamente mi sarei invaghita di te.

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    3. beh, non è mai troppo tardi per farlo. invaghirti di me, intendo, regazzì. :-P

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    4. Allora, per me è stato un segno.
      Non fumavo più da 7 mesi, per scelta.
      Poi io ti scrivo fattone, tu thc, io che proverò e...boom.
      Proprio quella sera qualcuno mi ha chiesto di fumare. Ho pensato a te, a questi commenti, e ho accettato. Dopo sette mesi, ahahah.
      Tornata in camera mi sono detta "occhei, è il momento giusto per sentire una certa musica". Ma sono crollata.

      Però, insomma, era un segno! Un fottuto segno! Mi hai fatto interrompere l'astinenza, grazie!

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    5. ma fammi capire
      com'è che il superpotere è il mio, ma procura il fumo gratis a te????
      non vaaaaaaleeeeeeeeee
      (no, V, non tu... vale verbo)

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  7. possiamo chiamarla dedica quella lì lassù in alto?
    possiamo, secondo me.

    p.s.: questa meraviglia, è solo un mezzuccio per farti perdonare il post calcistico.

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    1. tu puoi tutto, qui, lo sai.

      ps: anche dire che il K dovrebbe farsi perdonare qualcosa. pensa te cosa ti è concesso, V.... :-*

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  8. ***
    “These atoms speak, and call themselves my name.” — Jane Roberts
    ***

    A me ancora più che comprendere il mistero,
    mi piacerebbe sentirmici tenuta nel palmo della mano,
    mi piacerebbe Amarmi come mi amano i miei atomi e gli interstizi nel mezzo
    mi piacerebbe Amarmi in ogni cosa e in ogni persona
    mi piacerebbe Amare come Dio.

    ***
    http://www.youtube.com/watch?v=AMRYkgBjCoA
    ***

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    1. tu sei completamente dentro il flusso, fab. e danzi con gli atomi. tu.

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  9. (ma anche: http://9gag.com/gag/4721709)

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occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.