domenica 29 gennaio 2012

DELLE NOTTI E DEL VENTO, DEL CALORE E DELLE STANZE. E DEL FILO BIANCO E RICURVO DELLA LUNA.

di colpo si fa notte, s'incunea crudo il freddo.
è da est e da nord che entra il vento gelido nella città di mare e di frontiera, entra gelido e scorre lungo le strade e si restringe tra i palazzi, taglia la pelle del volto, questo vento che viene da est e da nord, taglia la pelle e odora d'inverno e di neve in piane slave, odora di boschi sferzati e di montagne  sullo sfondo. il mare è solo un'indistinta macchia nera lì dove manca qualsiasi luce artificiale. il mare lo intuisci per sottrazione. 
era la sera prima la sera nella quale ti ha chiesto se la luna stesse crescendo o rimpicciolendosi. e tu non hai saputo rispondere, la sera prima, e guardi quel filo bianco e ricurvo di luna nel nero del cielo e non lo sai neppure stasera da quale parte stia andando, quel filo bianco e ricurvo di luna. e poi, dopo la domanda, c'è stata la notte della febbre che sale e scalda e irradia calore dalla pelle e tra le coperte. 
è la sera dopo, questa, la sera in cui il vento che viene da est e da nord taglia la pelle e le vie di questa città. e nella sera del vento che viene da nord e da est ritrovi la vecchia familiarità d'esser solo nella stanza di questo albergo. ed è un salto all'indietro nel tempo, questo, un salto di qualche anno indietro.
l'albergo è sempre lo stesso. la stanza quella di alcune volte. e la persona sola nella stanza è sempre la medesima. tu.
di colpo si fa notte, s'incunea crudo il freddo. la città trema, livida trema.

[csi]

15 commenti:

  1. Le parole chiamano. L'ho sempre saputo, anche se c'è chi mi guarda male quando lo dico. Poche ore fa sono passata, sciocca. Non mi sono ricordata che sono loro che cercano, non noi. Ora che distratta ripasso. Ecco sono loro che trovano me. Le hai scritte tu, ha importanza? E' da ieri che cerco di sfuggire a quel freddo che così bene descrivi tu, tutto il giorno ho riempito ogni momento per non farmi raggiungere. Inutile ogni fuga. Sono dovuta uscire e andare al mio faro e sorrido sai perchè è vero in certe notti il mare si "vede" per sottrazione, solo un po' di risacca sugli scogli. Lì nel freddo vero, ho trovato pace, come faccio di solito, lascio cadere un sasso e mentre me lo immagino scendere verso il fondo, gli consegno qualche pensiero. Al buio, al freddo. giù. Un brivido e riparto.

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    1. mai sottovalutare il potere delle parole. né quello della risacca e del mare che si intuisce per sottrazione. :-)

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    2. non lo sottovaluto affatto, le parole e il loro uso mi affascinano (e mi sento spesso inadatta ad usarle). Penso alla loro "leggerezza" e allo stesso tempo il fatto che siano eterne. Alla fine rimarranno solo le parole, quelle dette, quelle scritte, quelle ricordate. Il mare è dentro me, sono nata qui e lo frequento quando non c'è nessuno, magari nelle giornate di vento o nelle nebbie dell'inverno e anche se non ci vado so che che c'è. Si intuisce ;)

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  2. Il mare lo intuisci per sottrazione. Bello :-)

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  3. come un'inglobamento di se stessi con quell'albergo, quella città, quel passato. il vento che fischia e resta come colonna sonora. bello.

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  4. è da giorni che guardo la luna, un pochino ogni sera.
    è crescente, se riuscisse a sollevarci dal peso di certi pensieri...

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    1. quello sta a noi. a lei, farci chiedere se cresce o cala. farci fare oooooh con la bocca quando è bianca e splendente contro il nero. farci inquietare un po' quando è gigante e rossastra sull'orizzonte. cose così.

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  5. Quando ululava per via Canal Piccolo.

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occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.