venerdì 14 ottobre 2022

DÉJÀ VÉCU

quando i pomeriggi d'autunno trascolorano nelle sere d'autunno, e il cielo stinto di sole arancio fornace scivola lento verso la linea piatta dei campi di lombardia, la terra sembra respirare esalando sospiri di nebbia che resta bassa tra le zolle e i rovi senza arrivare ai rami degli alberi, bassa come fiato biancopaco appoggiato su tutto quello che riesci a vedere, sono i colori stinti delle sere che portano l'anno verso l'inverno e che ti ricordano quando avevi cinque anni o forse sei e il marrone scuro lucido lucente delle castagne matte sui marciapiedi di città e quell'odore di foglie e di umido che respiravi ad ogni respiro dei pomeriggi d'autunno quando i pomeriggi trascolorano nelle sere d'autunno e il cielo stinto di sole arancio fornace scivola lento verso la linea piatta dei campi di lombardia, la terra sembra respirare esalando sospiri di nebbia che resta bassa tra le zolle e i rovi senza arrivare ai rami degli alberi, bassa come fiato biancopaco appoggiato su tutto quello che riesci a vedere, sono i colori stinti delle sere che portano l'anno verso l'inverno e che ti ricordano quando avevi cinque anni o forse sei e il marrone scuro lucido lucente delle castagne matte sui marciapiedi di città e quell'odore di foglie e di umido che respiravi ad ogni respiro

2 commenti:

  1. Ho sempre amato l'autunno, tu lo descrivi con splendida poesia. Nei miei ricordi d'infanzia non ci sono mai state marroni castagne matte sui marciapiedi ma sempre la stessa povera strada vista dal portone della mia casa, coperta da cieli di colore diverso a seconda della stagione (grigio-bianco-azzurro spietato). Scene un po' patetiche.
    (Adoro la nebbia, qui per fortuna ce n'è un pochino pure.)
    Ciao.

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occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.