domenica 1 agosto 2021

DETTO DA E.C.


6 commenti:

  1. I casi della vita. Lo sto rileggendo ora. Nelle pause della vita rurale. All'ombra del cipresso blu. È stato per lui che son andata in Marocco due anni fa. E ho 'risentito' le sue parole.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @premio: non si può stare nella djema el fna senza pensare a lui e alle sue parole, già

      Elimina
  2. Ha un profumo particolare la scrittura. È così che si comincia a viaggiare. E nei momenti difficili si continua a farlo. Anche non potendolo fare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @premio: che cosa magnifica, viaggiare. Anche da fermi, con la mente. In attesa di tornare a farlo attraverso il mondo.

      Elimina
  3. Non conosco il libro, ma quando ho letto queste righe ho avuto davanti agli occhi (e nelle orecchie, e nel naso e sulla pelle) la sensazione di una piazza, e quando sotto ho letto Marrakesh non ho più avuto il minimo dubbio di quale piazza si trattasse, prima ancora di trovarne conferma nel tuo commento. Non credo esista un modo per descriverla o raccontarla. Mi ricorda, per analogia, quando uno mi ha chiesto "com'è" fare il bagno nel mar Morto. Ci ho pensato un attimo e poi ho risposto: "No, bisogna provarlo". Il giorno dopo quello che me lo aveva chiesto ha fatto il bagno nel mar Morto; poi qualcuno gli ha chiesto com'è e lui ci ha pensato un attimo e poi ha detto: "E' un'esperienza" e non ha aggiunto altro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @barb: vere entrambe, già, sia la djema, che il mar morto. ci son luoghi nel mondo che non si possono dire, la cui esperienza non è trasferibile se non vivendoli. e questi sono due, ma non gli unici.

      Elimina

occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.