sabato 13 luglio 2019

SONG FOR S (a mourn more than a wake)

quando è arrivata, stava nel palmo della tua mano. tutta intera, in un palmo.
da lì in poi, sono trascorsi diciannove anni, quasi. anni di vita condivisa. anni di pappe, di fusa, di palle di pelo, di spazi smezzati, di notti a dormirsi addosso, di piccoli riti, di giocare con l'acqua dei rubinetti, di nascondersi dietro il miscelatore e la sagoma che fuoriesce da ogni lato credendosi celata, anni di aspettare sul tappetino della doccia, di angoli rivendicati a sé per dormire,  di agguati alle caviglie, di arrivare appena aprivi la porta ed entravi, di infilarsi in qualsiasi armadio aperto, di posto di controllo sopra il frigorifero, di angolo invernale tra calorifero e parete di legno, di tendere la massimo il collo per allungare il muso sul tavolo verso i piatti, di silenzio finché non suonasse la sveglia, di voler salire sulle gambe appena si entrava in casa, di giocare con la macchina da scrivere sollevando le astine delle lettere, anni di prendersi cura e di esserci.
diciannove anni fa, quasi, è arrivata, e stava nel palmo della tua mano. oggi stava sul tuo intero avambraccio, arresa lì, quando poi è andata, per sempre.

e le hai detto grazie, poi, dopo, accarezzandola lieve, grazie della vita insieme. grazie, degli anni e dell'esserci. 
buon viaggio. e buon riposo, s.

(e sei più solo, da qui in poi.)

4 commenti:

  1. Però, come ho scritto in un altro commento, quei diciannove anni e tutto quello che ci sta dentro non smetteranno mai di esistere. E di riscaldare.

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    1. @barbara: sono quei pezzi che uno port dentro di sé da lì in poi, sempre

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occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.