lunedì 31 dicembre 2018

Санкт-Петербург

i canali bianchi, e la neva innevata. il giaccio su cui scivolare con i piedi, sui marciapiedi, per evitare di cadere ogni tre metri. o forse due. l'aria gelida sul naso e sulle guance, solo perché il resto del corpo è coperto. la giacca sempre chiusa. molta meno gente bionda di quanto ti aspettassi. molte meno donne in tiro di quanto ti aspettassi. la ragazza con le scarpe aperte e i collant, sulla neve. al quinto giorno, finalmente, il sole. e le cupole e le punte d'oro che risplendono nel cielo. la prospettiva senza fine della prospettiva nevskji. dostoevskij e tchaikovsky che riposano nella neve. le vedute imperiali, e le rare visuali sovietiche. l'eterno grigio del lento albeggiare e dell'infinito crepuscolo. la città che il giorno dura 6 ore. gli isolati lunghi, lunghissimi, che sembrano non finire mai. le scale mobili lunghe, lunghissime, che sembrano non finire mai. le metropolitane sono memorie nel sottosuolo. leggere i racconti di pietroburgo di gogol' a pietroburgo. la neve che scende lieve su ogni cosa, attutendola, attenuandola.

8 commenti:

  1. sento freddo ma deve essere grandiosa.

    RispondiElimina
  2. E quelli che nel Golfo fanno i buchi nel ghiaccio e ci fanno il bagno (per lo meno trent'anni fa lo facevano, adesso non so).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @barbara: visti nella neva. stavo male io per loro...

      Elimina
  3. Pietroburgo è una visione, lo è dal momento in cui è stata concepita

    RispondiElimina

occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.