mercoledì 1 giugno 2016

010616

è terra arsa. è terra riarsa. lo pensi sorvolando questa terra incognita. lo vedi nei marroni, nei marroncini, in come sovrastano i verdi, dall'alto.

è terra arsa. è terra riarsa. lo confermi guardando questa terra scorrerti di fianco lungo l' autostrada. è terra stanca, così antica da essere stata sfiancata. sfinita.  svuotata.
ogni respiro è aria calda dentro i polmoni. era tanto tempo ormai che  non tornavi a questo clima. lo respiri a fondo.

le mura sovrastano ogni cosa. e chiudono un mondo dentro, più di quanto chiudano il mondo fuori.
ci sono luoghi che non sono una geografia,  sono storia. e qui è LA storia.

qui tutto è storia. qui toccare qualsiasi cosa è toccare la storia, è come se ogni tempo aderisse a ogni cosa, e in ogni cosa vedessi il tempo trascorso, i tempi trascorsi, le ere, i popoli, gli imperi, i sovrani, le devastazioni, le ricostruzioni, tutta quella storia che hai sempre letto sui libri, i nomi gli anni gli eventi i regni le successioni le battaglie... eccolo tutto qui, ora, adesso,  in questo luogo in questo tempo. è tutto qui. è tutto ora. toccare qualsiasi cosa è toccare storia, qui. ed è una sensazione che sovrasta.


non credevi avresti mai appoggiato le tue mani al muro del pianto.

tutti quei foglietti infilati nelle fessure delle pietre. tutti i canti e le recitazioni sommesse intorno a te.
non credevi avresti mai appoggiato la tua mano sul golgota. a sentirne la pietra sotto le tue dita.

non credevi avresti mai visto il sepolcro. toccato la pietra. no, non lo avevi mai considerato...

pregano,  pregano tutti, qui, hanno gli occhi lucidi mentre allungano la mano, e la tengono lì, e senti il tono sommesso della litania della preghiera di ciascuno.
tu tocchi la pietra. hai gli occhi asciutti. "eli, eli, lama sabactani?". 
eli.
eli.
lama.
sabactani.
anche qui, non ti esce altro.



4 commenti:

occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.