mercoledì 28 agosto 2019

MARTEDÌ 27

il finale è un anticlimax, colombo è città e città tropicale, caos del mercato, clacson, folle, marciapiedi rotti, e poi altrove, in altri quartieri, palazzi coloniali, benessere, ricchezza. una tappa di passaggio sulla strada del ritorno. senza molto altro da aggiungere.


lunedì 26 agosto 2019

LUNEDÌ 26

anuradhapura, 2700 anni fa un villaggio, poi una città, poi capitale, poi invasioni e riconquista e poi ancora invasioni e riconquista, poi la giungla a sommergere la storia, poi la riscoperta. ora le rovine. 

sacred bodhi tree, sono 2300 anni che questo albero è sacro per l'uomo, e anche oggi esseri umani in coda per venerare un albero... esseri umani. in coda. per venerare un albero.
rovine, stupa, alberi, scimmie, paludi, mattoni, colonne, uccelli, laghi artificiali di 2000 anni, fondamenta di palazzi, fedeli in bianco, l'arancione dei monaci, bianche alcune e mattone altre le cupole, verde la natura, fiori e fiammelle accese. 


domenica 25 agosto 2019

DOMENICA 25

mihintale, dove inizia la storia del buddismo singalese, rocce e strutture monastiche riemerse dalla giungla dopo quasi un millennio, il bianco dei buddisti l'arancione dei monaci e dei novizi. Il bianco e il rosso dei musicisti cerimoniali, il tramonto arrossa la sera under a blood red sky.


sabato 24 agosto 2019

INTERVALLO o, delle cose che sono ovunque qui

il curry e il piccante colazione pranzo e cena, colazione pranzo e cena, snack no perché non mangi snack, qui. le scimmie dai capelli di trump, e le scimmie muso nero. le mucche libere, e quando decidono di camminare sulla carreggiata lungo la strada. il caldo che è come respirare un phon acceso. sorridenti, sono sempre sorridenti. i pavoni endemico nelle foreste e nella macchia. i suoni sconosciuti degli uccelli di qui, che all'aurora si risvegliano tutti insieme, strepitii e canti e fischi e cinguettii e versi e sciocchi e richiami. le caccie dei pesci che fanno increspare la superficie del mare, e pesci che saltano fuori dall'acqua nella via di fuga. il regno delle api piaggio, qui, a migliaia, nemmeno in italia negli anni 70, le chiamano tuc tuc le api piaggio qui. la terra rossa che è tutto come un enorme campo da tennis. i cani randagi, ovunque. i cocco arancioni, che quelli marroni quasi non si trovano. aquile che plana o sulle correnti e sui venti. tonnellate di avocado, ovunque, il bene più diffuso dell'isola. il bianco dei buddisti nei templi. le vestigia coloniali dei forti, dei palazzi lasciati in eredità e ancora usati, unita all'onnipresente caratterizzazione di tropicale delle piante, dei fiori violenti, della natura ovunque.

SABATO 24

e il tredicesimo giorno il k si riposò.

venerdì 23 agosto 2019

VENERDÌ 23

road trip road b424, cieli bassi e chiari di nuvole a caravelle che scorrono veloci da ovest verso oriente, cieli che scorrono dalla terra verso l'oceano. 

scenari tropicali, palme, case diroccate o semidiroccate - anche quelle abitate- tetti in lamiera o di foglie di palma, facciate rosa blu azzurro verde lilla ocra
passato l'estuario del fiume, sulla sinistra le vasche delle paludi salate per far essiccare il sale.

promontorio kuccaveli, lo stupa di più di 2000 anni ora è una stazione radar, da lì solo oceano o spiagge e onde e cielo e nuvole rapide.

girihandu seya, più di 2660 anni, primo stupa costruito al mondo e primo tempio buddista in sri lanka. solitario, silenzioso, solo i suoni della natura, lo stupa color mattone i buddha bianchi le colonne grigie.



i campi di riso a riposo della stagione secca, riconoscibili dalla sequela di rettangoli nei campi. 
l'odore di mare della kokkilai lagoon , la strada rossa di terra battuta attraverso la laguna marina di acqua bassa e di mangrovie, aironi e pellicani e ibis, e il silenzio del vento caldo e l'odore di acqua salmastra.
sulla strada del ritorno, l'aquila che beveva dalla pozzanghera sull'asfalto, mentre voi fermi a pochi metri di distanza sulla strada aspettavate che finisse per andare avanti con l'auto...


giovedì 22 agosto 2019

GIOVEDÌ 22

trincomalee, cadente e tropicale, edifici a uno o due piani, colorati, facciate non finite, baracche, mucca che cammina per strada, negozi di pesce secco, frangipane in fiore, cervi maculati dietro l'angolo, come fosse la cosa più normale del mondo. 

fort frederick, vecchio forte olandese a chiudere il promontorio oggi presidio dell'esercito cingalese, decadenza coloniali ed alberi enormi che sovrastano le costruzioni, come un mondo invertito rispetto al mondo cui siamo abituati noi, cervi maculati ovunque, soldati armati. 



koneswaram kovil, multicolore e affollatissimo (di divinità in forma di statue) tempio indù a strapiombo sull'oceano indiano, che non può che essere sacro dalla preistoria un luogo come questo, e sei certo che era una coda di balena quella che hai visto in distanza tra le minuscole virgole bianche delle creste d'onda a due terzi della distanza tra te e l'orizzonte. bere il cocco, e poi mangiarlo mentre il vento sferza la palme; a volte è così bello vivere un cliché. 


mercoledì 21 agosto 2019

MERCOLEDÌ 21

ritigala, comunità di monaci animisti nella giungla dal 300 a.c. al 1000 d.c., I sistemi di canalizzazione dell'acqua, gli edifici, pietra grigia a incastro, oggi la maggior parte inghiottita dagli alberi e dalle radici, il silenzio umano la sinfonia della natura, il vento, le fronde degli alberi, gli uccelli, i picchi, le scimmie in lontananza. la natura che riconquista lo spazio che si era conquistato l'umano.

uppuveli. l'oceano indiano, quieto come un mare, azzurro sotto l'azzurro del cielo. ora fermarsi un poco, qui.

martedì 20 agosto 2019

MARTEDÌ 20

polonnaruwa, l'estensione delle rovine della seconda capitale dell'isola è impressionante, immaginarla sfarzosa e piena di vita intorno al mille, e poi abbandonata e ricoperta di vegetazione per secoli, palazzi di 7 piani collassato alle fondamenta, templi lunghi decine di metri, lo stupa alto 45, mattoni rossi e talvolta granito, l'immensità della storia e del tempo che tutto erigono e tutto cancellano. omnia mutantur, nihil interi.
pidurangala rock, di nuovo quella roba lì maledetta che i gradini in salita son sempre più di quelli in discesa, i bastardi, e poi alla fine della salita l'ultimo pezzo è da scalare arrimpicando massi, e i 38 gradi umidi di giungla e il fiatone, ma poi arrivato sul lastrone di roccia della sommità, nel vento teso lassù in cima a guardare 360° di giungla laggiù in basso, e di fronte a qualche centinaio di metri la roccia immensa di sigiriya piantata come un enorme sasso giallo di 370 metri di altezza conficcato dagli dei in mezzo alla giungla, beh, ne vale veramente la pena, per vedere il mondo da quassù.


lunedì 19 agosto 2019

LUNEDÌ 19

arulmihu sri muthumariamman thevasthanam, tempio indù di colori urlanti saturo di statue e divinità.

nalanda gedige, l'arco di una porta di mille e duecento anni fa tra gli alberi, e un percorso di colonne di pietra spezzate, fino allo spiazzo, tempio di pietra, pagoda di mattoni, scarnificati dal tempo, il recinto dell'albero di bodhi, il silenzio del lago che circonda da tre lati e il fruscio delle foglie mosse dal vento. qui è tempo fuori dal tempo.




c'è quella stregoneria che è propria dei gradini delle lunghe salite: i gradini a salire sono sempre tra il triplo e il quadruplo dei gradini a scendere. e anche stavolta il maleficio si ripete. poi, dopo la fatica e le madonne che tiri come freccette, in cima alla salita, dambulla è monastero lungo come un corridoio di arcate bianche steso sotto lo sperone di roccia. sale scavate nelle grotte. buddah distesi. e buddah innumerevoli seduti nelle diverse posizioni. quassù il caldo è alleviato dal vento di termiche, e fa muovere le foglie a goccia dell'albero di bodhi.


domenica 18 agosto 2019

DOMENICA 18

kandy, e il  sri dalada maligawa, tempio della reliquia del dente sacro, folla in fila per la cerimonia, costruzione ufficiale per nulla interessante artisticamente, tamburi  e flauto, la bellezza è nei piccoli templi nell'enclave esterno di fronte al tempio principale, vuoti rispetto alla folla di prima, e una antica pianta di bodhi al centro del perimetro.

botanical gardens, restare senza parole di piante e alberi tropicali, alcuni giganteschi di dimensioni che non ti aspetti, altezze vertiginose o larghezze di tronchi o di fronde da documentario, e di certo non sapevi esistessero così tanti tipi di orchidee, e animali ovunque: uccelli innumerevoli e dei colori che noi europei solo nei disegni da bambini, scoiattoli, pipistrelli giganti appesi a testa in giù dagli alberi, scimmie che si rincorrono, mangiano, giocano, si spulciando, allattano, fanno vita di comunità.

ridi vihara, dei culti animisti protostorici sono rimaste le lastre rocciose come luoghi sacri e gli alberi di bodhi come alberi sacri, e sotto i massi e le lastre di pietra costruiscono nei millenni templi, e nelle caverne dentro le rocce i dipinti e le statue, e il buddha d'oro ricco e sfarzoso, e nella caverna di fianco quello ligneo semplice e non lavorato che non avevi finora mai visto. fuori, all'aperto, il recinto sacro per santificare l'albero di bodhi, e le fiammelle che ardono per la sua sacralità.


sabato 17 agosto 2019

SABATO 17

sotto la montagna a forma di testa di scimmia ashok vatika, tempio indù cremisi e oro nel verde della foresta, incensi e litanie in una lingua che non sai nemmeno collocare hanno un effetto ipnotico, e sotto tutto lo scrosciare del ruscello.

attraverso la piantagione di tè arrivare alla cascata di lover's leap, 30 metri di pietra nera solcata dal getto bianco dell'acqua, e come l'acqua taglia la roccia.
scoprire frutta nuova, che nemmeno sapevi esistesse. banane rosse. jackfruit. e le forme e i colori della frutta tropicale. wow.

lankatilaka vihara, tempio sull'enorme piattaforma di roccia, tempio bianco su grigio grafite, buddah e indù che convivono e si compenetrano. scoiattoli che saltano dall'albero al tempio.
gadaladeniya vihara, anch'essp su piattaforma rocciosa -la fascinazione dei singalesi originari per queste piattaforme è evidente- l'enorme vecchissimo albero di bodhi, buddisti in preghiera, abiti bianchi canti fiammelle, piccoli stagni scavati nella roccia, pietra grigio scuro e bianco di calce. la calma.


venerdì 16 agosto 2019

VENERDÌ 16

il treno ella-nanu oya è un trenino coloniale di vecchi vagoni e che viaggia a porte aperte  e prima e seconda e terza classe e biglietti in piedi per chi ha pochissimi soldi, fa fermate in mezzo ai campi se qualcuno fa segno che deve salire, è pieno di turisti per vedere le montagne e pieno di cingalesi che devono andare nella cittadina successiva e bambini in vacanza da scuola, attraversato da venditori di noccioline speziate e di cibo fritto e peperoncini, parte dalla foresta tropicale, attraversa piantagioni di tè, e saliscendi e declivi, e foresta e piantagioni di tè e orti dei contadini e foresta ancora, e poi viaggia attraverso le montagne dove si arenano le nuvole nella foresta pluviale. un continente botanico in due ore di treno.
nuwara eliya, 1.890 slm, inghilterra - o meglio scozia- in sri lanka: clima fresco, ogni tanto una pioggerellina fine, nubi basse che sembra nebbia, cottages, e grossi edifici coloniali inglesi... e la piantagione locale si chiama edinburgh. scozia tropicale. 


giovedì 15 agosto 2019

GIOVEDÌ 15

nine arches bridge, la ferrovia dell'era coloniale sospesa sulla giungla e non ancora elettrificata, schegge di memorie di film da ragazzino e libri d'avventura, ché ci sono viaggi che sono viaggi nella propria memoria e nell'immaginario del sé bambino, anche.
dambatenne tea factory. il verde delle piantagioni di tè su colline mosse e schiene piegate a raccogliere foglie.

tutta questa natura, tutto questo verde, è overwhelming. le geometrie delle file delle piante di tè, bassi arbusti compatti e squadrati di foglie verdi, lungo le curve dei fianchi delle colline, linee su linee a scalare in parallele i pendii, e ancora e ancora, fino a salire in cima, e lassù sedersi e vedere tutta la terra stendersi sotto. da dove lo guardava sir lipton. tè. lipton. esatto, proprio lui.




rakkhiththakanda cave temple tempio buddista nella caverna, disegni indù alle pareti, case costruite sotto un enorme sperone di roccia, luogo fuori dal tempo. scoiattoli giganti sugli alberi. la natura e la scintilla di divino che c'è in ogni cosa vivente, sono così evidenti qui. te ne vai con un bracciale bianco annodato dal monaco buddista.




mercoledì 14 agosto 2019

MERCOLEDÌ 14

la sveglia di notte, e i suoni della foresta che riempiono il buio. l'alba sulla strada. udawalawe national park. l'inizio del giorno è gli animali in cerca di acqua e di cibo. elefanti. molti elefanti. piccoli, asiatici, senza zanne. uccelli, di tipi che non sai nominare. a parte i falchi, che quelli li sai dire. daini. bufali. elefanti. una mangusta. coccodrilli. elefanti. camaleonti. scimmie. ancora uccelli. ed elefanti, ca va sans dire.
le infinite tonalità di verde lungo i fianchi della strada che sale verso ella. e poi a piedi (e a fiatone) la salita a little adam's peak e da lì la vista su tutta questa terra che si srotola di colline, vallate, pianoro, colline, fino all'orizzonte e dietro di esso l'oceano che non si vede di foschia e distanza. poi scendi attraverso la piantagione di tè, piante di caffè, avocado, teak, e fiori e frutti che non sai nominare. 



MARTEDÌ 13

fort galle, mura e bastioni, e casa coloniali

il caldo umido, tropici, e immaginare olandesi e inglesi a morire di malaria e infezioni per secoli.
la pioggia alterna scrosci improvvisi e pioggia fine battente, e il vento a folate che fa piovere in diagonale. guardare la pioggia dal tempio buddista. 
poi dopo, diventerà pioggia continua, che batte sulle foglie delle palme, e su quelle dei frangipane.


in viaggio. water monitor, lucertole giganti. pavoni in cima agli alberi. cieli grigio chiari di nubi e pioggerellina lieve durante tutto il viaggi, fino al tramonto. dopo, gli stormi di giganteschi pipistrelli della frutta che attraversano il cielo.

martedì 13 agosto 2019

DOMENICA 11 LUNEDÌ 12

rischiate di non imbarcarvi sull'aereo perché vi trattengono più di due ore al check in. a quanto pare quei fenomeni della compagnia si sono persi le prenotazioni del secondo volo. col fiatone e con il timore di non imbarcarsi, ma alla fine ce la fate. 

sul primo aereo rompi gli occhiali. quelli da vista. e ovviamente non hai dietro un paio di scorta. ti arrangerai con questi rotti per tutto il viaggio. 
sul secondo volo perdi gli auricolari. b&o. non ti è chiaro come, ma sali che li hai e scendi che non ci sono più. mannaggiaallamadonnavolante. e ovviamente non hai dietro degli auricolari di scorta. ti arrangerai senza. 
per fortuna non c'è il terzo volo, va là. 


atterrati nel caldo tropicale. hai subito il senso di essere altrove. da lì in poi, il verde lussureggiante ovunque lungo la strada. le tartarughe al santuario, appena nate oppure quelle danneggiate. e la sensazione bellissima di tenerle in mano.


 il sole che affonda dentro il ruggito dell'oceano indiano. l'arrivo al buio. cenate nell'edificio coloniale, che è come cenare ai tropici tra '600 e '800. la città la vedrai domani...

sabato 10 agosto 2019

mercoledì 7 agosto 2019

SUMMER IN THE CITY

scollinato anche luglio19 eccoti qui nelle lunghe strade finalmente svuotate e vivibili di agosto19, e dopo i giorni di solecaldoestatecaldocaldocazzochecaldoebbastadaistocaldoperò eccoti appunto qui nella sera di temporale e che si respira e nel grigio del cielo ancora chiaro e nell'odore di cementoasfalto bagnato dell'aria di quando piove sull'asfaltocemento caldo di settimane di caldo e a te sembra settembre una sera così, quegli inizi di settembre che l'estate svaniva in due temporali negli inizi di settembre di quando eri ragazzino e i due temporali erano preannuncio della scuola che stava per arrivare dell'estate che ormai passava come le nuovlerapide nei cieli veloci di vento in quota, e invece la sensazione è la medesima ma oraadessoqui è inizio agosto l'autunno è in fondo in fondo al viale, laggiù, così in fondo che nemmeno si vede, il temporale ora non è un cambio di stagione ma solo un respiro che finalmente respiri il respiro del caldo che si scosta e lascia spazio ai ventigradi, e la città d'agosto che finalmente si svuota e tu che ancora qui perché ancora lavori anche se in verità tu ami la metropoli d'agosto e finalmente la sera vivibile di agosto19 e gli ultimi giorni e poi parti anche tu partirete anche voi ché c'è ancora un altro viaggio da fare un altro pezzo di mondo da scoprire e non sai bene come sarà ma lo scoprirai e non sapere prima di esserci è parte della bellezza del viaggiare, e lasci scorrere questi ultimi giorni nella metropoli vuota degli ultimi giorni di lavoro, della calma di lavorare quando sono tutti via quando le strade sono vuote come infinite prospettive e la sera sembra settembre di quando eri ragazzino ma sei un uomo ora ed è inizio agosto e da qui l'estate deve ancora arrivare, per te.


(e fuori intanto, sui tetti e i marciapiedi della città, un muro d'acqua che davvero senza il calendario non sembra molto estate questa sera d'estate, da qui)