domenica 7 agosto 2016

(7.8.16) altri frammenti da · 54°41′N 25°17′E

... i cieli in costante movimento, il sole l'azzurro le nubi di grigi infiniti l'azzurro la pioggia fine altri grigi un nuovo azzurro la pioggia battente il sole i grigi e ancora e ancora... le statue sottili da farti amare la scultura... salire l'acciottolato fino alla torre di gediminas e capire perché il nucleo originario fosse su questa altura a dominare la piana il fiume gli affluenti, i tetti rossi della città vecchia con il lampo biancogrigio del palazzo ducale, dominare la città nuova e la sua skyline minore, e nell'azzurro scorrono nuvole bianche... alberi e verde e natura e quiete a far sembrare bello e naturale aver sepoltura qui, ad antakalnis, come tornate nel ciclo della vita, le tombe povere le tombe borghesi le tombe militari e il monumento ai morti per liberarsi dai sovietici, europa, 25 anni fa, e noi nemmeno lo ricordiamo... la scazzata idiozia della repubblica fittizia di uzupo, con la sua costituzione che dà il diritto di essere felice, ma anche di non esserlo, e sancisce il diritto del fiume di scorrere, e del gatto di farsi i fatti suoi... la tristezza grigia e attonita del palazzo che per decenni a visto alternarsi cecha, gestapo e kgb, i volti le foto le mappe i quaderni le memorie  le centinaia di migliaia di deportati, le decine di migliaia di morti, fosse comuni e sepolture individuali nella taiga, i piccoli oggetti personali, i lager gli stalag i gulag, tutta la merda mentale uguale e contraria che ha ammorbato il secolo breve, la banale normalità di chi l'orrore lo faceva come mestiere,  per una paga da impiegato che ti lamenti anche quando è lunedì mattina e devi andare al lavoro... e scendere nell'interrato nell'angoscia delle celle del grigio e dello squallore, delle celle di rigore e i crani spaccato nella stanza delle esecuzioni. ed era tutto normale, per uno stipendio, per la propria meschina bella figura sperando nello scatto di carriera. è successo, e rendersi conto di come sia facile che succeda. la banalità del male, diceva la arendt.
vuoi tornare in alto, guardare i tetti rossi e il lampo biancogrigio del palazzo ducale, respirare il vento teso, solo respirare, e guardare le nubi bianche correre veloci da est a ovest dentro l'azzurro e sopra tutto questo.

3 commenti:

  1. Risposte
    1. Te lo dico alla fine della strada... ma ora,da questo inizio, ti dico sì.

      Elimina
    2. allora, ora che è finita tutta la strada:
      vale la pena fare i paesi baltici, assolutamente.
      e vanno fatti da sud a nord (perchè così è un crescendo continuo, viceversa sarebbe un continuo declinare e il finale a vilnius sarebbe avvilente).

      Elimina

occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.