venerdì 3 luglio 2015

DI PAROLE E D'ONDE E DEI TEMPI INCERTI

come sempre sono tempi incerti. e nei tempi incerti sono giorni convulsi e strani, questi. giorni di silenzi e poi improvvise parole scritte. e altri silenzi. giorni di occhi che evitano il contatto, e poi si intrecciano gli sguardi una volta, una volta sola il terzo giorno, e all'improvviso sapete entrambi dove vi trovate. di nuovo. finalmente. sono giorni del movimento contraddittorio dell'onda che si frange sulla spiaggia, e poi si ritira, e poi si frange ancora. e tu non capisci mai se l'onda è il frangersi, o il ritrarsi. sono i giorni del caldo che incolla africa sulla pelle. sono i giorni dei dialoghi in inglese che si mischia all'italiano e nemmeno sai più come dici le cose, e sono le notti dei lunghi discorsi in tedesco, per fortuna questi sottotitolati. sono le notti del whatsapp infinito che sembra dire così tante cose diverse che non sai più cosa volesse realmente dirti. sono i giorni che poi si sciolgono in parole, e non si fermano più, le parole trattenute, quando iniziano a scogliersi, e a uscire. 
e ci sarò io e arriverò, felice da fare schifo e libererò tutti i tuoi pianti trattenuti. tutti i tuoi pianti trattenuti.

"non è tua responsabilità. ma è colpa tua". ok. ci stai.

è che non c'è nulla di semplice, nei giorni incerti.
però ci stai.

[
© le luci della centrale elettrica]

4 commenti:

  1. Kov, sei fantastico, scrivi come un adolescente, ma con più vitalità.
    (quella dolente e struggente di chi sa quanta talento ci vuole "pour etre vieux sans etre adultes")
    i baci e l'affetto sono in ogni lettera di quanto ho scritto.
    Ciao mon gamin ;)

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  2. a margine. anche quell'altro pezzetto ho fregato eh. "e ci sarò io etc. etc.". Ecco.

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occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.