sabato 30 dicembre 2017

30.12

del giorno attraverso il lago e sul lago. di piante che crescono ovunque e di uccelli che sorvolano. del mercato galleggiante e delle palafitte, che è venezia prima che fosse venezia.
il giorno liquido e acqueo.
del giorno delle centinaia di stupa diroccati e cadenti, mattoni mangiati dalle radici e schiantati dal tempo, e un chilometro di colonne che percorri per i bianchi e gli ori della inlay shwe pagoda.

e la natura vince sempre, qui. vince negli alberi che crescono dai monumenti millenari. vince nelle piante acquatiche che da un qualsiasi ramo perduto rinascono da sé, e galleggiano ovunque. la natura sovrasta, all'equatore, cosa ignota a noi europei.

29.12

venerdì 29 dicembre 2017

28.12

l'inizio è veloce e intenso, dopo la veglia di 16 ore di viaggio, intenso e veloce come giorni compressi in uno, yangon, le pagode e gli ori contro l'azzurro del cielo, sule, shwedagon, così tanto oro da sembrare finto mentre risplende nel sole, e poi il viaggio, di nuovo, il viaggio, e la golden rock sospesa nel vuoto, eppure resta lì, sul ciglio.

domenica 10 dicembre 2017

NEI MILLENNI

quando si dice la bellezza classica...

0710.12.17

9.12

ti regala le tue stesse parole, e immagini di voi. ti regala canzoni, e tutta la cura, il tempo e le attenzioni per rendere il tutto concreto e tangibile.
ti regala una domanda, e sai da sempre che la sola risposta possibile a questa domanda fatta da lei è "sì, assolutamente sì".
ti regala un futuro, dopo tutto il presente che ti sta dando.
sei davvero fortunato, kovalski. e sai di esserlo. cerca di meritartela, questa fortuna, va là.

venerdì 8 dicembre 2017

ELLADE

attraversare attica, attraversare beotia, attraversare focide, attraversare tessaglia, guardarle scorrere fuori dai finestrini, diventa attraversare la storia. e attraversare i tuoi anni adolescenti, e tutti quei libri, e tutte quelle ore, e tutte quelle versioni, quei pomeriggi, tutti quegli anni scolastici, tutti quegli anni. i tuoi.

mercoledì 6 dicembre 2017

domenica 3 dicembre 2017

NOI SIAMO STORIA

pensavi di averle viste tutte ormai, in questi decenni passati a sostenere il rosso e il nero. le champions vinte travolgendo e quelle con un singolo colpo di biliardo, semifinali perse nella follia e retrocessioni amare come fiele, gli scudetti in rimonta inaspettata e quelli dominati senza una singola pausa, finali perse in 7 minuti e finali portate via da dei dopati, scudetti rubati per una monetina o con arbitri comprati, partite ribaltate quando tutto sembrava ormai perduto, partite perse per supponenza e arroganza, voli d'angelo e rovesciate, colpi di genio e colpi di cigno, coast-to-coast da far venir giù le gradinate e gol di rimpallo che quasi ti vergogni a segnare, due anni senza sconfitte e le stagioni sbrindellate, hai visto palloni d'oro e pippe innumerevoli, hai visto il 6 e poi il 3, hai visto asfaltare chiunque, fosse real, barca, juve, inter, chiunque, e hai perso male alcune volte... ne hai viste talmente tante in questi decenni passati a sostenere il rosso e il nero che ormai eri certo di averle viste tutte, ma proprio tutte. fino ad oggi. chè farsi pareggiare al 95esimo con un colpo di testa in tuffo del portiere questo no, questo ancora ti mancava. esticazzi.

lunedì 27 novembre 2017

(per GLC)

ok. è banale e ovvio, si sa. si sa ma non lo si è interiorizzato, in realtà. 
che finisce all'improvviso, e non si sa mai quando questo sarà. si pensa finirà poi, ma non è sempre poi. a volte accade ora adesso qui. a volte, semplicemente accade. accade che finisce. e finisce all'improvviso. e quando finisce, è finita. e non torna più.

è banale e ovvio. ma cerca di impararlo. ché quando finisce, finisce all'improvviso, e non torna più.
cerca di impararlo, finché non è finita per te.

lunedì 20 novembre 2017

191117

e la settimana delle piccole sfighe finisce nel modo migliore possibile: appoggiato alla transenna che divide il pubblico dal palco a goderti i lali puna come se suonassero solo per te. fighezza assoluta.


giovedì 16 novembre 2017

PIECES OF YOU

questa è la settimana che hai qualcosa in più, e qualcosa in meno, anche.
il braccio ha un bel po' di tagli in più, e altrettanti pezzettini in meno che ti hanno asportato, ma il saldo è comunque positivo per tutti i punti che hai vinto perché poi per fortuna ti hanno anche ricucito, un po' qui e un po' là.
in bocca invece hai un dente in meno. ma hai fatto punti anche qua. così, tanto per.

le palle invece sono in gran forma, loro. girano che è una meraviglia.

giovedì 19 ottobre 2017

LA DURA LEGGE DEL GOL

milan-aek la guardi in un pub sul mare piccolo di taranto.
chiedendoti che senso abbia l'esistenza di taranto.

sabato 16 settembre 2017

SEPTEMBER'S HERE AGAIN

ti guardano strano quando lo dici, quelli che ti ascoltano dirlo. e lo leggono alzando il sopracciglio con quel senso di infastidito disaccordo, quelli che lo leggono che lo scrivi. eppure è così: ogni anno tu non vedi l'ora sia settembre. non vedi l'ora dell'aria più dolce, non vedi l'ora di quest'odore di foglie&umido, non vedi l'ora di quei tagli di luce bassa e più dolce e dorata, che si portino via la luce netta e violenta dei cieli d'estate. ti piacciono i venti gradi, e ti piacciono anche quando diventano quindici, sì, ti piace l'azzurro dorato dei cieli di settembre, ti piace che quando cammini i marciapiedi dei viali alberati l'odore dell'aria ti riporti ai pomeriggi ai giardini dopo la scuola di quando la scuola ricominciava, e settembre era l'inizio di un anno nuovo.
e sì, lo sai benissimo che da qui in più si spegne tutto un po', giorno dopo giorno, lo sai benissimo che è l'inizio della lunga scivolata che poi porta al buio delle quattro del pomeriggio, al freddo che taglia la pelle, alle finestre chiuse perché fuori è troppo freddo e umido, alle notti che sembrano non finire, ai giorni pallidi. lo sai, lo sai benissimo che inizia tutto da qui, certo. ma a te non frega dove porti, settembre. a te importa che ora sia qui, che sia settembre, ti importa che sia adesso, ti importa viverlo, questo ennesimo, nuovo e sempre uguale settembre. un vecchio amico che ritorna. ancora una volta. e bella lì. 

giovedì 10 agosto 2017

10.08.17

del passare del tempo: una volta le facevi, le albe. ora, le guardi.

e va bene così.



mercoledì 9 agosto 2017

09.08.17

nuotare con le mante non ha prezzo. davvero, non ha prezzo.
è come guardare da sopra un essere completamente alieno. e completamente placido.
e poi sì, ok. per tutto il resto c'è mastercard.  e anche per le mante, in verità, ché anche per quelle c'è voluta...

martedì 8 agosto 2017

08.08.17

e ci sono quei giorni in cui vivi cose di quelle che ne hai sempre visto in qualche documentario, o letto sui libri di scuola, e non avresti mai pensato di viverle.

ed invece, eccoti qua.
saluta il drago, kovalski, saluta il drago.


07.08.17

ci sono visioni che da sole varrebbero un viaggio.

lunedì 7 agosto 2017

07.08.17

a te, come a tutti quelli che erano bambini negli anni 70, la parola "labuan" fa suonare qualcosa dentro. labuan. labuan come "la perla di labuan". e ancora oggi ti parte la musichetta dentro: "... sandokan, sandokaaaan, giallo è il sole e la forza mi dà...".
ecco. sono passati 40 anni, tipo. e sei a labuan. ma pensa te....


domenica 6 agosto 2017

06.08.17

la notte che diventa giorno in un'alba invisibile di nuvole basse e nebbia che non si alza.

e poi svanisce la nebbia e s'alzano le nubi, e compare prima il turchese brillante del primo cratere. poi l'azzurro del secondo.
e poi, dopo, il nero pece del terzo.




sabato 5 agosto 2017

05.08.17

flores è l'equatore come te lo sei sempre immaginato. lussureggiante di mille verdi densi e tutti intensi, palme, alberi che non sai nominare, bambu altissimi, foreste inestricabili a ricoprire alture e dorsali di montagne. non resta nulla di aperto per lo sguardo. la natura che soverchia, qui.
flores è il sud-est asiatico come te lo sei sempre immaginato. terrazzamenti sui fianchi delle colline, terra terraformata dall'uomo ma con la dolcezza sinuosa di seguire le curve del terreno, acqua e verde e verde e acqua delle coltivazioni di riso che si fanno esse stesse paesaggio.

giovedì 3 agosto 2017

03.08.17

il nero della roccia vulcanica. a strapiombo sul nero della sabbia vulcanica. a strapiombo sul blu dell'oceano. sotto il blu del cielo. nell'oro del sole che scende a ovest.

martedì 1 agosto 2017

01.08.17

... e poi finisce così.

01.08.17 ATTRAVERSO LOMBOK

cupole multicolori delle majid ovunque, e per ognuna il minareto, a costellare la piana, come campanili e chiese nelle piane d'europa. campi verdi coltivati, enormi nuvole bianche in veloce movimento nell'azzurro.
sulle colline foreste ovunque, piccoli villaggi in tetti di paglia, foreste di palme e alberi innumerevoli di cui non sai il nome, nell'eterna primaverestate che è la natura sull'equatore.
finché non costeggiate la giungla, quella densa fitta impenetrable anche allo sguardo rigogliosa enorme altissima dei libri di mompracen di quando eri un bambino.

sabato 29 luglio 2017

29.07.17 NOT EXACTLY HOW IT SHOULD HAVE BEEN

il cielo nero e pieno di stelle, così pieno da traboccarne, così tante stelle che non esiste un cielo così pieno nell'emisfero nord. non conta essere a 2.700 metri; è la montagna, sì, è la notte nera, certo, ma è l'incanto dei cieli stellati dell'emisfero australe.
il respiro regolare del vulcano, nel buio. dal rumore scivolato potrebbe sembrare refoli di vento, ma sono troppo cadenzati, e di durata troppo uguale; è come se la terra espirasse, semplicemente questo.
siete venuti quassù nel cuore della notte, chiusi nei piumini leggeri per il freddo dei quasi 3.000, siete qui nel buio assoluto, sotto una stellata che sembra disegnata, con il vulcano che vi respira vicino, in mezzo a qualche altro centinaio di persone che come voi aspetta il primo chiarore, poi l'aurora, poi l'alba, guardare da qui l'enorme caldera e i 3 vulcani, e poi quando sarà giorno spostarvi nel deserto di cenere vulcanica e risalire il cono del vulcano che respira, per arrivare a vedere il cratere e il suo fiato addensarsi a ritmo regolare. 
siete qui per questo.

sareste qui per questo... se non fosse che B è debole, cammina a malapena; sarà la nausea e il mal d'auto della jeep guidata da indonesiano invasato per salire qui, vi dite. e passa il tempo e non passano i sintomi, e l'ipotesi di mal d'auto diventa i sintomi di qualcosa che ricordi dai discorsi di quando andavate in montagna che eri ragazzino, e san internet e san google orano pro vobis e trovi la sintomatologia e ne bastano due su cinque e qui siamo a tre, ti sembra proprio mal di montagna, e l'esito "può essere letale", e la sola cura possibile la ricordi da te: scendere di quota, subito.
e lasci perdere aurora, alba, vulcano, respiro, cenere, deserto, cratere, lazzi e mazzi.
e trovi un passaggio per scendere subito, e contratti e discuti e li convinci e partite, lei sulla moto col primo, tu con il secondo, verso il lodge su cui vi appoggiate, a quota più bassa.

con tutta l'ansia di non sapere esattamente come gestire la situazione, e l'angoscia di fare in tempo a scendere abbastanza per eliminare i sintomi prima di qualsiasi complicazione.
e doveva essere l'avventura dell'alba e del vulcano.
e diventa l'avventura di un'ora ad attraversare sul sellino posteriore di una moto scenari pazzeschi e mondi lunari, mischiando ansia e incanto.

giovedì 27 luglio 2017

27.07.17

e il cielo grigio basso e cupo su prambanan, a schiacciare i templi grigio scuro che tendono le loro centinaia di punte verso l'alto quasi ad incastrare grigio nel grigio...
la storia mista al mito misto alle divinità vediche miste all'asia mista a una architettura così diversa da quella cui sei abituato mista alle statue ovunque miste al grottesco misto ai secoli passati, tanti da aver passato il millennio.
e tu, che resti sempre soverchiato dalla quantità e dal caos guizzante degli dei e dei miti hindu; ti sembrano sempre molte più storie e molte più divinità di quelle che un umano possa raccontare. figurarsi ricordare.


mercoledì 26 luglio 2017

26.07.17

e c'è da chiedersi come abbiano fatto a perderselo. perderselo proprio nel senso che neppure si sapeva più della sua esistenza. e non per un attimo, o qualche tempo. no, no, se lo sono letteralmente perso per milleduecento anni. esatto. mil-e-du-e-cen-to anni. perso al punto che nemmeno si sapeva fosse mai esistito.
e nemmeno da dire che poteva succedere perderselo, ché in fondo era una robetta piccolina, che insomma ci sta che tra qualche guerra tra vicini, quel tot di terremoti e quell'altro tot di eruzioni vulcaniche qualcosa te la perdi anche, in tutto il trambusto dei secoli... a parte il piccolo particolare che quello che si sono persi è un tempio. e neppure un tempietto qualsiasi, no no; questi si son persi per milleduecento anni quello che era, è sempre stato e tuttora è il più grande tempio buddista del mondo.
e se perdersi per milleduecento anni il più grande tempio buddista del mondo non fosse già di per sé cosa curiosa, aggiungiamoci anche il fatto che il più grande tempio buddista del mondo si trovi in un paese in cui di buddisti praticamente non c'è ombra.
niente male, eh.
(a te resta l'incanto. l'incanto della costruzione in sé, i gradoni di pietra le statue, gli altorilievi, il percorso che piano dopo piano porta dal mondo delle passioni al nirvana, gli innumerevoli budda, gli stupa finali.
l'incanto di camminare, vedere, toccare tutto questo.
l'incanto di un percorso circolare anziché lineare per salire fino in cima, perché questo luogo non è fatto per l'arrivo, ma per fare il percorso in sé, come la vita è fatta per viverla non per la propria fine.
l'incanto dall'alto della pietra grigia sotto il cielo azzurro, e il verde della vallata tutt'intorno. e la cresta delle montagne a chiudere ogni orizzonte.

l'incanto di essere qui, tu, ora, e di vivere tutto questo, tu, nel qui e ora, dopo milleduecento anni di oblio assoluto.
e poi c'è l'incanto della vita che parla, e di chi ascolta e di che nemmeno se ne accorge; l'incanto dell'insetto enorme che continua a posarsi sulla testa del budda malgrado il ragazzo continui a soffiarlo via per fotografare la statua senza. ed esso vola via, fa il giro, e poi torna a posarsi sulla testa della statua. soffia. vola via. torna. soffia, vola via, torna. soffia, vola via, torna. torna sempre, ogni singola volta, sulla testa del budda che sorride sardonico. una, due, cinque, dieci, trenta volte. e ti chiedi come sia possibile che il ragazzo non capisca che deve farla così, la foto, con l'insetto sopra la statua. la vita sta continuando a ripeterglielo, ma lui è totalmente sordo a quello che il momento sta disperatamente cercando di dirgli.  
e l'insetto torna lì, ancora, sulla testa del budda. il budda di pietra che sorride sardonico. di tutto questo. di essere perduto o ritrovato. del cielo azzurro. del ragazzo che soffia. di te che li guardi tutti e tre; il ragazzo, budda, e l'insetto).


martedì 25 luglio 2017

lunedì 24 luglio 2017

23.07.17

corre sulla cresta, lungo la cordigliera, segue sinuosa i monti. pietra arancione attraverso il verde, un lungo serpente, un enorme drago. è lì da ben prima che tu ne leggessi sui libri di bambino, era lì da secoli prima che tu cercassi di immaginarla, senza mai riuscirci, ché immaginare una muraglia che attraversa la terra per migliaia di chilometri non puoi, è come un sogno sfuocato.
eppure oggi sei qui che la guardi, e la cammini. ed è reale, concreta, solida di pietra su pietra. su pietra. su pietra.
poi, dopo, più tardi, dopo che hai seguito il suo corso con gli occhi, dopo che l'hai camminata, quando ti stai abituando alla vista delle pietre che serpeggiano sulla cresta attraverso il verde della vegetazione, è allora che il cielo si fa nebbia, a nasconderla, come un sogno sfuocato.
dopo. che ora la cammini. e la guardi snodarsi lungo la cordigliera dei monti, serpente di pietra, lungo drago, troppo lungo per vederne la testa.

domenica 16 luglio 2017

venerdì 9 giugno 2017

LOVING THE ALIEN

5 giorni in canada non è nulla. è un fiato, un attimo solo. parti, voli, arrivi, prendi il ritmo circadiano, e un attimo dopo riparti, voli, e atterri di nuovo a casa. finita così.

5 giorni è un attimo. ma in 5 giorni conosci gli alieni, tu. sì, gli alieni, quelli che vengono dallo spazio siderale con i dischi volanti, con i raggi traenti e tutto. gli alieni quelli che rapiscono le persone di notte mentre dormono tranquille nelle case nella prateria, o mentre guidano nelle strade blu dritte attraverso gli stati del midwest. gli alieni quelli lì. ma a te non ti rapiscono, no. a te ti fregano gli occhiali. quelli da vista. gli alieni bastardi. 

ché la sera torni in albergo bello sereno, tu, e non è nemmeno tardi e non hai neppure bevuto, quella sera lì. torni in albergo presto e rientri in camera e chiudi dall'interno con anche il fermaporta quello con la catenella quello dei film americani. e poi denti e spogliarti e cazzeggiare e leggere un po' e poi levi gli occhiali e li metti sul comodino e spegni tutto e BUM ti spegni di colpo e svieni proprio.

e poi la sveglia, lo sbandamento del vuoto assoluto del suono che nemmeno sai cosa sia e poi allunghi la mano e trovi il telefono e spegni la sveglia, e ti rigiri e ti tiri sù e allunghi la mano sul comodino e.... ri allunghi la mano sul comodino e.... e ri/riallunghi la mano sul comodino e: nulla, nada, nihil, nothing, un cazzo! niente occhiali. sposti libro, sposti telefono, sposti lampada, sposti tutto, ma niente. saranno per terra, e guardi giù, e guardi di fianco al comodino, e poi dietro, e poi lo sposti, il comodino, ma nulla, niente occhiali. e poi ti sdrai per terra e guardi sotto il letto. nulla. e allora provi a spostare le coperte. e poi il lenzuolo. e poi il materasso. e poi i cuscini. e poi le federe dei cuscini. e poi sposti il divanetto ai piedi del letto. e poi apri ogni cassetto. e poi sposti la sedia. e poi svuoti la valigia. e poi ribalti le scarpe. e poi in bagno. guardi nel lavandino, nel cestino, nella doccia, nella vasca. pure nel water, guardi, porcocazzo, guardi nel necessarie, nel cestino sotto il lavandino. e poi ovunque e dappertutto. e poi un enorme cazzo di nulla.  nulla, nada, nihil, nothing.

ma no, di sicuro ti sbagli tu. mica svaniscono gli occhiali in una stanza chiusa. sarà colpa tua che senza non ci vedi un granché. e allora giochi l'aiuto del pubblico, e chiami il concierge. e ti manda su qualcuno. e ora siete in due, che tu non ci vedrai un granché senza occhiali ma lui ci vede benissimo. e di nuovo smontate la stanza. ma di brutto. che tipo mancava solo la brugola per smontare ogni singolo mobile. smontate tutto, guardate dappertutto e in ogni dove, e indovina un po'? nulla, nada, nihil, nothing, un cazzo! niente occhiali da vista.

e c'è solo una spiegazione razionale per la sparizione dei tuoi occhiali da una stanza chiusa dall'interno e non apribile da fuori: gli alieni. te li hanno presi loro, di notte, per un qualche esperimento. (e per inciso, peraltro, meglio i tuoi occhiali che te...).

alieni di merda. bello scherzetto. bravi. no, no, davvero, bravi. bello scherzetto. uno scherzetto che ti è costato 500 e rotti euro.
ora, tanto per regolarsi, simpatici alieni di merda, la fattura degli occhiali nuovi dove ve la spedisco?

giovedì 25 maggio 2017

LA CASETTA IN CANADA




la guardia di frontiera è un nero enorme, un enorme tipo nero obeso da film americano. ti sorride, e ti dice "vedo che viene da milano, mister". "già, milano, italia". "no, mister, milano non è italia", e fa una pausa, l'enorme tipo nero da film americano che fa la guardia di frontiera. e ti stai chiedendo se sia un trucco di qualche tipo per creare problemi ad entrare nel paese, questa storia che milano non sarebbe italia, e poi aggiunge "milano è padania, lo dice quello strano uomo di mr bossi", e poi scoppia a ridere, e ridi anche tu, "e cos'altro dice mr bossi, ultimamente?", ti chiede. " "non molto", gli rispondi "e quel poco non si capisce nemmeno bene... ché da quando ha avuto il colpo cerebrale non parla molto bene... ora c'è un altro strano uomo che dice cose strane, si chiama mr salvini:". "ah, mr salvini, ok, vedrò di ricordarmi il nome allora", ti dice, "e benvenuto in canada, mister del paese con gli uomini strani". "grazie, mr guardia di frontiera, "ciao". passi oltre il gabbiotto. e fai il tuo primo passo nel paese.

giovedì 18 maggio 2017

DEI GIORNI. E DELLA NOTTE.

dei giorni che sei altrove.
dei giorni che quando sei altrove i giorni iniziano prestissimo. dei giorni che iniziano presto, prestissimo, e  sono giorni densi, densissimi, sono giorni di correre senza il tempo nemmeno per un caffè, senza nemmeno il tempo di respirare. giorni che conosci persone, e convinci persone, e anni di negoziazioni e complessità superiori rendono tutto più semplice, come inserire il pilota automatico, come sapere sempre cosa dire, sapere la frase prima cosa ti dirà dopo la frase dopo, e sapere dove premere e su cosa sfumare.
erano anni. erano anni che non tornavi qui. erano anni, e sembrano secoli. erano anni dalle sere qui. c'erano le volte della noia assoluta, le sere qui, e la sensazione del tempo buttato via in un non luogo qualunque. e poi c'era la notte, la singola strana notte a salire la montagna e poi tornare giù. lei che ti guardava dritto dentro gli occhi. la notte strana che è stata, e che poi non è stata più.
e ci sono i giorni che sei altrove. i giorni che quando sei altrove i giorni sono densi, densissimi. i giorni che conosci persone e convinci persone, giorni che è tutto facile, troppo facile, i giorni che è come inserire il pilota automatico e col pilota automatico convinci persone.
sono i giorni che finiscono, poi, ché ogni giorno finisce, sempre, e i giorni come questi finiscono davanti al mare, nel vento lieve, questi giorni finiscono in cieli che scintillano sul mare di vento lieve e camminare sulla sabbia, e nel sapore di una birra mentre il sole scende e il cielo trascolora sopra la città di mare. sempre.


giovedì 11 maggio 2017

FRAGMENTS

adori le notti di pioggia.
e i pomeriggi azzurri di vento.

domenica 30 aprile 2017

venerdì 28 aprile 2017

I SHOT A MAN IN RENO...

sei uomo. sei di sesso maschile, intendi. e in quanto di sesso maschile, non ti fidi poi molto del tuo stesso giudizio sull'avvenenza maschile. non che questo di solito rappresenti un qualche pensiero per te. ma giunto ormai alla quinta persona nell'ultimo paio di mesi che ti dice che assomigli a jean reno, ti chiedi se devi sentirti lusingato. oppure triste.
o, semplicemente, vecchio.

martedì 25 aprile 2017

DETTO DA M.H.

" per quanto fossi oberato di lavoro, stressato o stanco, leggere e ascoltare la musica per me erano piaceri immensi, e tuttora lo sono. dei piaceri che non ho permesso a nessuno di portarmi via. "




giovedì 13 aprile 2017

ora e sempre HSL

e hai avuto la fortuna immensa d'aver vissuto in pieno un sogno magnifico. e irripetibile.


lunedì 10 aprile 2017

DETTO DA W.H.A.

quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre io mi sto frugando nel naso?
busserà la mattina alla mia porta,
o là sul bus mi pesterà un piede?
accadrà come quando cambia il tempo?
sarà cortese o spiccio il suo saluto?
darà una svolta a tutta la mia vita?
la verità, vi prego, sull'amore.





domenica 2 aprile 2017

sabato 1 aprile 2017

0104

e già quando nel soundcheck passa joe strummer, sei sicuro di essere nel posto giusto.

venerdì 31 marzo 2017

GOOOOOD MORNING, FRIDAY

svegliarsi con del gran sesso orale è sempre il re dei risvegli, non ce n'è.

domenica 26 marzo 2017

AND THE WINNER IS...

è facile, è fin troppo facile trovare il giorno migliore dell'anno. quello che altri 364 gli stanno comunque in coda. è facile, ed è sempre lo stesso, ogni anno. è l'ultima domenica di marzo, ogni anno, l'ultima di marzo, il primo giorno che si allunga, la sera che è ancora chiaro, il giorno che non vuol finire, l'indaco nel cielo alle 19:28, guardare su e non vederlo passare mai.
è che basta così poco, a volte, per stare bene. così poco, così bene. e nel tuo piccolo, puoi chiamarla felicità.



martedì 21 marzo 2017

EQUA NOX

ventunozerotre. equilibrio perfetto. l'attimo perfetto. l'esatta mediana tra luce e buio. l'inverno che finisce qui e un'estate di là da venire. eccoti qui, kovalski, eccoti qui. eccoci qui. per un secondo è tutto sospeso. immoto. tempo fermo. equilibrio. l'attimo equidistante da tutto.
... poi, riprende il movimento. riparte tutto. il giorno dopo la notte. luce e buio. il tempo, l'alternanza, la successione. i singoli giorni, giorno dopo giorno dopo giorno. dopo un inverno che finisce qui e un'estate di là da venire.

domenica 19 marzo 2017

DETTO DA W.S.

ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà








QUEL CHE E' FATTO E' FATTO

mancano mesi, certo, ma ora non sono più ammessi ripensamenti, da qui in poi. è fatta. fatta. ...biglietti prenotati. Java beware! here we come!

sabato 18 marzo 2017

COERENZA

l'acquarello trasognato di un'architettura da sogno. incorniciato, appunto, per la camera da letto.

lunedì 13 marzo 2017

(... continua)

...trovare il senso di un lunedì a Lille è già più semplice, invece.

lunedì 6 marzo 2017

AND THE QUESTION IS...

ora, la questione è semplice: ma di preciso, che cazzo di senso ha ritrovarti stasera a cosenza?

sabato 7 gennaio 2017

JANUARY, I SUPPOSE

che poi lo sai, lo sai benissimo: il tempo non fluisce mai uniforme. ci sono le volte che accelera come una pallottola che senti solo il rumore e nemmeno lo vedi dove passi, il tempo, da dove arrivi e dove vada, e tu cerchi semplicemente di capire dove sia andato a finire, tutto 'sto tempo. e le volte che invece le giornate sono settimane, e i mesi sembrano durare stagioni, e il tempo rallenta al punto che nemmeno è più chiaro se scorra in slow motion o se non ti eri mai accorto in precedenza di quanto sia lento vivere.
ci sono le volte che il tempo è circolare, un'eterna ripetizione della medesima sequenza, giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno. e i periodi che invece il tempo è una retta, che viene da laggiù in fondo da dove vengono tutte le cose, e si proietta in avanti e in avanti e oltre e declina dietro la curvatura dell'orizzonte. 

il tempo non fluisce uniforme, lo sai benissimo. e lo scorso è stato l'anno del tempo accelerato, l'anno del tempo a velocità di curvatura, l'anno che hai vissuto i giorni che erano mesi che erano stagioni, e le stagioni che si mischiavano così veloci che la primavera è stato un respiro e a fine estate eri in inverno, l'anno che tutto è sembrato schizzare via come di rimbalzo. 
che lo scorso è stato l'anno in cui sono successe così tante cose che la tua vita non ha quasi più punti di contatto con quella che era prima dello scorso gennaio. il tempo ha accelerato, trascinandosi dietro in questa accelerazione la tua vita. e con essa, te.
ed eccoti qui. a.d. 2017. di già. 
e bella lì.

domenica 1 gennaio 2017

DEL TUO 2016

SUONI
david bowie: blackstar    leonard cohen: you want it darker    dente: canzoni per metà    p.kalkbrenner: 7    radiohead: a moon shaped pool    sorge: la guerra di domani

ludovico einaudi, elements live, 11.12.16, teatro dal verme    peter hook live, 5.5.16, serraglio    p.kalkbrenner live, 8.7.16, parco di monza    le luci della centrale elettrica live, 20.1.16, santeria    massive attack live, 12.2.16, fabrique    subsonica live, 22.2.16, fabrique    n.young live, 18.7.16, market sound


PAROLE & IMMAGINI (ferme)
j.j.abrams, d.dorst: v.m. straka, la nave di teseo    a.baronciani: come svanire completamente    m.benedetti: la tregua    g.berardi, i.milazzo: ken parker (la serie)    j.brokken: anime baltiche    e.carrère: io sono vivo, voi siete tutti morti    p.l.fermor: la strada interrotta    t.hart: rosalie lightning    j.lemire: sweet tooth (1-40)    s.mizuki: hitler    a.nilsen: don't go where i can't follow    c.pedrosa: gli equinozi    p.roca: la casa    k.shadmi: abaddon    k.shadmi: love addict -confessioni di un seduttore seriale-    m.tabilio: marco polo, la via della seta    v.trevisan: works    c.ware: building stories


IMMAGINI (in movimento)
big eyes    carol    il caso spotlight   è solo la fine del mondo    heimat 2    house of cards vol.1, vol.2, vol.3    human    lui è tornato    mr. nobody    sole alto    the tribe    le baccanti (teatro menotti)    bull (teatro franco parenti)     collaborators (teatro filodrammatici)    iliade (teatro della cooperativa)    mai morti (teatro della cooperativa)    questa sera si recita a soggetto (teatro grassi)

1.1