tu lo sai. in fondo, lo sai. sai perché non credi. non tanto nella chiesa, no, quello è chiaro, dai. no, no, proprio in dio. tu non credi perché non sai credere. simple as that.
non sai credere, tu, proprio non riesci. non hai il minimo senso del santo. ma del sacro sì, nel sacro tu credi. credi nella vita. nell'universo. credi nell'atomo, e nell'infinito. credi nella sacralità dell'esser vivo. nella sacralità dell'esser-ci.
non credi in dio. in un dio. il politeismo è un'altra faccenda... vorresti essere politeista, ma non ci riesci.... non riesci a credere nemmeno in questo. cazzo.
tu credi solo in ciò che è. in fondo, è questo.
e ogni tanto ti ripeti come un mantra "eli eli lama sabactani". già, chissà perché... chissà perché ti ha abbandonato, il diotuo. quando sarebbe così più semplice e rassicurante crederci. credergli. quelle piccole, salde certezze che definendo il perimetro del tutto, tranquillizzano. ma lui no, lui sabactani a te, ti ha abbandonato, il diotuo. e quindi nulla. niente. non sai credere. e allora ti resta solo credere in ciò che è.
e lo accetti. accetti questo tuo non saper credere.
non sai credere, ma vedi il sacrale. il sacrale che c'è nell'esser vivo. nell'esserci. nella primavera che fiorisce dopo l'inverno. nel vento che spazza i cieli d'azzurro e luce. nelle notti di nero e stelle e infinito e galassie e immensità.
non ti è dato il santo. ma sei capace di arrivare al sacro.
e ti basta, il sacrale.
ti basti, sacrale.
[© p.g.r.]