al parchetto giochi a 1.700 metri di altitudine. finalmente al sole dopo che ha piovuto tutta la mattina. a inizio agosto, nove gradi di percepita alle due del pomeriggio.
e dalla pavimentazione sintetica sotto i giochi, si innalza la nebbia dell'evaporazione dell'acqua piovana, come fosse fumo di ghiaccio secco.
quest'anno la prima ondata di calore arriva nella prima di metà giugno. sono le ventidue e ci sono trentatré gradi.
quando eri piccolo forse tra luglio e agosto si arrivava a temperature così. e di giorno. e poi c'è chi ride quando si.parla di climate change. ora sai com'è vivere circondato da gente con deficit culturali e cognitivi più o meno estesi. e che hanno diritto di voto.
sorprendente è la velocità con cui scorrono le nuvole sopra i tetti e su nel cielo, una velocità non abituale per chi non vive al bordo di un qualche oceano, ma sotto cieli di pianura. i cieli sono veloci, qui. veloci come fiumi, e anziché sotto i ponti scorrono dietro i tetti.
il punto di inizio è sempre lo stesso, ed è preparare il bagaglio. guardare le previsioni meteo e la temperatura, e cercare di mentalizzarsi sulla differenza e sulle necessità a quella temperatura.
ti sforzi, ogni volta. e ogni volta commetti errori e dimenticanze. anche dopo le migliaia di bagagli preparati.
il punto successivo è sempre ritrovarti in un non luogo. in attesa di imbarcarti. tutto il tempo che si perde nelle pieghe del viaggiare aspettando.
ed è un altro pezzo della tua adolescenza che non è più. e in questo è un ulteriore mattoncino alla consapevolezza del tuo stesso trans/(e)ire, del tuo passare per svanire. un prologo di quello che sarà il tuo non esser(ci) più.
ciao, mike, e addio. grazie dei sogni adolescenti. e del tuo spirito (of '76).
you see some nights when I can't sleep I still think of you, and all the promises, all the dreams we shared, and I know those lights still call to you, I can hear them now
il trucco è semplice. sta nel guardare qualsiasi cosa con gli occhi di chi vede ogni cosa per la prima volta. o gli occhi di chi vede tutto per l'ultima volta. è tutto qui.
il profumo come di ricordonostalgia che respiri respirando l'aria tiepida di cieli chiari delle sere di primavera. e pensare quante ne hai respirate di sere così in quanti anni piccoloadolescenteadulto. e chiederti quante ancora ne respirerai poi di sere di ricordonostalgia come questa, repiri di profumo tiepido di sere chiare, quante ancora, venticinque, forse trenta? di certo non quaranta.
ed è questo l'esatto renderti conto della tua finitezza. non sapere quante primavere respirerai ancora.
dormire nella casa vicina all'oceano è dormire con il sordo fragore incessante delle onde che hanno attraversato tutto l'oceano dall'antartide a qui le migliaia di chilometri di acqua e vento e cielo solo per frangersi su questa spiaggia sabbiosa, il sommesso ritmico ruggito onda su onda su onda su onda su onda che arriva fin qui attraverso le dune i cespugli e la strada e gli alberi, e non lascia un singolo secondo di silenzio nella notte buia del sordo sommesso ritmico ruggito che avvolge il tuo sonno e qualsiasi tuo sogno.