ed eccoti qui che come ogni anno alla metà di agosto senti la fine dell'estate nell'aria e nella luce, nei cieli che alla sera è subito sera ed è come essere a fine aprile in crepuscoli presti e bagliori da dietro i palazzi, e la luce chiara e limpida dei pomeriggi che è dorata e gialla e trasparente. e senti l'estate che finisce, ogni anno, senti il tempo che passa e gli autunni che ritornano, e laggiù dietro la curva sai che sarà di nuovo novembre e buio alle cinque del pomeriggio e l'odio per il mese che non si può non odiare più di tutti, il mese del mondo che è morto ancora una volta, e il suo odore lo senti da qui, l'odore di questo ulteriore novembre che arriverà, da prima della curva, lo senti il suo odore, lo senti dai pomeriggi che la luce è dorata e gialla e la sera è presta e subito sera, quando tutti la chiamano estate e tu l'estate la vedi morire e tra/passare ogni singolo giorno e ogni singola sera. e la luce, la luce, a te ti fotte la luce e ti fottono i cieli, e a pari stimolo pari reazione, e ogni anno per te l'estate è già morta ora.
ed è bellissimo, vivere il crepuscolo.
resta poi aperta la questione, però: se sia legge o sia regola, questa...
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occhio. ché il K ti legge. e risponde, anche.