in diciannove anni finora non era mai passato così tanto tempo senza che ti ritrovassi nella città dove finisce il mare e dove termina ogni strada. ed eccoti qui, in sere di luna piena e strade deserte che sembra morta, la città, nelle sere di luna piena e strade così deserte, e in mattine di vento a raffiche chè se ci torni dopo mesi e mesi non può essere senza vento gelido, ovviamente, il tornarci, e la mattina è bianca di vento e raffiche e foschia in quota, finché poi diventa un pomeriggio spazzato e ripulito e scintillante e ri/lucente, un pomeriggio azzurro troppo azzurro e lungo da ogni lato come una canzone di conte o di celentano, dipende la tua mente dove vaga e si riconnette in memoria sonora, e nel pomeriggio azzurro troppo azzurro da ogni lato sono libri e scaffali e parole dette camminando vie di vento e tagli di luce da fine inverno azzurro che scintilla e che ri/luce.
e ora è sera, adesso, infine, e la stanza è vuota, vuota tranne te che scrivi parole mentre fuori è buio e luna piena, e nessun rumore d'auto e niente voci da sabato sera in quel dialetto cantilenato fuori nelle strade di una città che sembra morta in una sera di strade così deserte, qui dove finisce il mare e tira vento nelle notti buie e vuote e di luna piena.
ed eccoti qui, ancora, ora, adesso, qui nell'ennesima stanza nella città dove finisce il mare e dove finiscono le strade, e dove la tua vita si è impigliata più di diciannove anni fa. dove si è impigliata, e non si stacca.