la prima volta eri bambino. anche la seconda, e la terza, e la quarta. ché accadeva ogni estate, a inizio estate. nelle sere calde e di cieli tersi, nel nero dopo il tramonto, nel prato dietro casa, tra gli alberi. accadeva ogni anno, è accaduto per anni.
poi, a un certo punto, sono scomparse. non c'erano più. era sempre inizio estate, era lo stesso prato, erano gli stessi alberi nel nero dopo il tramonto, ma non accadeva più nulla. come se si fosse persa la magia.
finché un anno sono tornate, un anno dopo anni, come se non fossero mai andate via. e lei che con la sua voce chiara e lei che cercava sempre i motivi delle cose ti diceva "si vede che arrivano quando ci sono bambini nel giardino qui", ma questa è una storia che hai già raccontato. torna a stasera.
e stasera, appunto, eccoti ancora lì a guardarle lampeggiare nel buio della notte che scende tardi in queste notti vicine al solstizio, nell'aria calda delle notti di fine giugno, lampeggiare tra gli stessi alberi e nello stesso prato, intermittenze elettriche nel nero, come piccole fate, come schegge d'infanzia. e resta sempre lo stupore, lo stesso identico stupore di quando avevi 4 o 5 anni. rieccole qui, come piccole magie nel nero della notte d'estate. rieccoti qui, con le piccole magie nel nero della notte d'estate, come se il tempo nel passare non passasse mai.
e stasera, appunto, eccoti ancora lì a guardarle lampeggiare nel buio della notte che scende tardi in queste notti vicine al solstizio, nell'aria calda delle notti di fine giugno, lampeggiare tra gli stessi alberi e nello stesso prato, intermittenze elettriche nel nero, come piccole fate, come schegge d'infanzia. e resta sempre lo stupore, lo stesso identico stupore di quando avevi 4 o 5 anni. rieccole qui, come piccole magie nel nero della notte d'estate. rieccoti qui, con le piccole magie nel nero della notte d'estate, come se il tempo nel passare non passasse mai.