dei giorni che il vento che sa di primavera, e l’aria ha l’odore di vicoli stretti e umidi d'ombra, quel sentore di cantine che sale dalle grate su cui cammini lungo i marciapiedi. dei giorni che febbraio sembra fine marzo sotto i cieli azzurri che guardi in su dalle panchine dei giardini, le panchine delle tue primavere e delle tue estati. dei giorni che sono i giorni che decide il suo primo viaggio, e un appunto rosso sul calendario per ricordarlo da qui in poi. dei giorni, e delle sere. delle sere camminando la vie della città, le sere del cielo d’indaco e di un filo di luna appeso nel cielo e a fianco brilla venere, e delle notti di stelle che tremolano nel nero lucido del vento che preme sui vetri.
dei giorni e delle sere dimenticando il calendario.
e fingendo primavera.